Politica

Svolta dopo 54 anni Riaperta l'ambasciata

«É arrivato il momento di riavvicinarci come popoli non più nemici». Il segretario di Stato americano John Kerry non lesina i toni alti durante la cerimonia, effettivamente storica, dell'alzabandiera nel giardino dell'ambasciata degli Stati Uniti all'Avana, riaperta a Cuba dopo oltre mezzo secolo e alla quale hanno partecipato i tre marines che nel 1961 avevano ammainato la bandiera a stelle e strisce. Una folla di cubani si era assiepata all'esterno dell'edificio per non perdersi l'evento, peraltro trasmesso in diretta anche dalla televisione ufficiale (l'unica esistente) del regime. L'interesse dei cubani per questa svolta nelle relazioni con il potente vicino da sempre indicato come un nemico mortale è enorme. È chiaro però che è in atto una lotta non dichiarata tra due sistemi diversissimi, con l'America che cercherà di cambiare Cuba e il regime comunista di Raul Castro che si sforzerà di mantenere salde le radici del potere del partito.

Kerry - che ha ringraziato il Papa per il ruolo fondamentale che la sua diplomazia ha svolto nella complessa vicenda - ha detto ai presenti che la Casa Bianca «continuerà a chiedere il rispetto dei diritti umani a Cuba» e che «una democrazia genuina, con la possibilità di scegliere liberamente i propri rappresentanti, sarebbe la scelta migliore per i cubani». Questa affermazione di principio, fatta mentre i rappresentanti della dissidenza cubana rimanevano fuori dai cancelli «per mancanza di spazio» (sic), ha subito spinto il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez a precisare nella conferenza stampa congiunta che «Stati Uniti e Cuba continueranno ad avere profonde differenze sulla democrazia e i diritti umani».

Molto negativi i candidati repubblicani alla Casa Bianca Jeb Bush e Marco Rubio che hanno criticato «il regalo fatto da Kerry a Fidel Castro». Il riferimento è al compleanno del leader pensionato della rivoluzione che ha appena compiuto 89 anni.

Il vecchio ex Lìder maximo, tra l'altro, non ha perso l'occasione per fare un suo controcanto marxista, trascorrendo il compleanno a spasso per l'Avana in compagnia dei ferventi ammiratori Evo Morales e Nicolas Maduro, venuti a omaggiarlo dalla Bolivia e dal Venezuela di cui sono i presidenti «rossi».

Commenti