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La svolta salviniana di De Luca: "I migranti? Ubriachi e spacciatori"

Il governatore della Campania: "Territori in mano a bande di nigeriani. La gente ha paura, ma i nostri dirigenti vivono su Marte"

La svolta salviniana di De Luca: "I migranti? Ubriachi e spacciatori"

Nel grande caos del Pd, tra proposte di scioglimento e inviti a cena, si aggiunge anche il governatore che parla come un leghista. Trattasi di Vincenzo De Luca, il focoso presidente Pd della Campania, che da qualche tempo gira le feste di partito proponendo, sull'immigrazione, una linea dura alla Salvini. Idee che già da sindaco-sceriffo di Salerno De Luca aveva messo in pratica contro ambulanti e lavavetri, ma che ora in piena crisi del Pd, il governatore vuole sbattere in faccia alla dirigenza del partito come un errore madornale che spiega il tracollo di consensi del Partito Democratico: «C'è un'altra faccia del problema immigrazione di cui il Pd non parla mai! Ci sono zone del paese in cui bande di nigeriani occupano militarmente i territori, fanno spaccio di droga e prostituzione, fanno violazioni continue di leggi e di regole. Attorno ai centri di accoglienza ci sono extracomunitari che tornano di notte ubriachi e ci sono padri di famiglia che si devono mettere sul balcone ad aspettare le figlie di notte. La gente ha paura. Questa parte della realtà il Partito democratico la conosce sì o no? E che cosa dice?» ha urlato De Luca alla festa del Pd di Ravenna.

Pochi giorni fa, alla festa di partito di Scafati, nuova scarica di siluri verso il Pd, sempre sul tema migranti: «Una parte di loro contribuisce a creare condizioni di tensione che toglie sicurezza alle nostre famiglie e concittadini. A Salerno abbiamo un gruppo di senegalesi che pretende di mettere distese di tappeti sul lungomare o sulle scale del Duomo. Pretende! E quando arrivano i vigili li aggrediscono pure. Dinanzi a questa realtà il Pd non può voltarsi dall'altra parte. Ai Parioli forse non hanno paura, ma la gente dei quartieri popolari sì. Il Pd è lontano dalla gente normale, abbiamo tanti dirigenti che sembrano venire da Marte!» ha tuonato De Luca (Martina gli ha risposto con un flebile: «Ripartiamo dai bisogni dei cittadini, ognuno faccia la sua parte»). De Luca si è scontrato sul palco della festa dell'Avanti a Caserta con Arturo Scotto, ex Sel poi tra i fondatori di Mdp quindi candidato (non eletto) con Leu della Boldrini. Anche lui è stato investito dalla furia (non fosse del Pd si sarebbe detto «xenofoba») di De Luca: «Quando le forze di polizia fermano un extracomunitario che no ha identità e che se ne fotte, in galera non ci va mai! Servono leggi per la sicurezza urbana. Abbiamo forze dell'ordine che sono disarmate! Quando dai il foglio di via ad un delinquente sai che succede poi? Niente, rimane qui. Dobbiamo rispondere alle preoccupazione delle persone normali!».

Toni e concetti che la «destra» ripete da anni, e che ora sbarcano anche nel Pd, per bocca di un suo governatore. Tanto che la Lega in Campania lo ha invitato al raduno di fine settembre a Campagna (Salerno), la prima «Pontida del sud».

Mancherebbe solo quello nel gran caos del Pd.

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