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Taglio parlamentari, giovedì firme in Cassazione. Referendum in primavera

Sono 64 fino ad ora i senatori che hanno firmato per chiedere il referendum confermativo sulla legge approvata lo scorso ottobre

Taglio parlamentari, giovedì firme in Cassazione. Referendum in primavera

Il momento è ormai giunto. Giovedì mattina, almeno di imprevisti dell’ultimo minuto, saranno depositate in Cassazione le 64 firme di senatori necessarie per chiedere il referendum confermativo sulla legge approvata lo scorso 10 ottobre, fortemente voluta dal M5s, che prevede il taglio del numero dei parlamentari.

La Cassazione, a quel punto, avrà un mese di tempo per verificare le firme. Successivamente, la parola passerà al governo che avrà due mesi per indire il referendum che non prevederà quorum. È possibile che i cittadini saranno chiamati alle urne tra maggio e giugno.

Non si esclude che nelle prossime ore le firme aumentino per non correre alcun tipo di rischio in casi di defezioni in extremis. Quelle raccolte, infatti, rappresentano la soglia minima, ovvero un quinto degli eletti del Senato come recita l'articolo 138 della Carta, per chiedere il referendum.

La legge venne approvata prevede un taglio lineare del numero dei deputati, che passeranno dagli attuali 630 a 400, e dei senatori, da 315 a 200. L'istituto dei senatori a vita è conservato ma è fissato a 5 il numero massimo. Oggi, invece, 5 era il numero massimo che ciascun Presidente della Repubblica poteva nominare tra i cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

La norma prevede anche la riduzione degli eletti all'estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. Venerdì alle 10.30 il Partito Radicale consegnerà sempre alla Corte di Cassazione le firme raccolte tra gli elettori per la richiesta del referendum sul taglio dei parlamentari. A questo atto seguirà conferenza stampa, alla quale saranno presenti il segretario e il tesoriere del Partito Radicale, Maurizio Turco e Irene Testa, nonché parlamentari, cittadini e militanti del partito.

La questione è molto delicata e potrebbe avere riflessi anche sul futuro del governo Conte. Secondo diversi osservatori, con il referendum aumentano le possibilità del voto anticipato perché si andrebbe alle urne con l’attuale legge avendo a disposizione 945 parlamentari.

Un bel vantaggio per quanti non vogliono mettere a rischio la rielezione. Per il M5s, che della riforma hanno fatto un cavallo di battaglia, grazie al taglio dei parlamentari si risparmierebbero circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui

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