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Tajani contro il dl Dignità: "Fa perdere 130mila posti di lavoro". E sfida il governo sulla Tav

Il vicepresidente di Forza Italia contro il dl Dignità: "Non guarda ai giovani e all'occupazione". E oggi visiterà i cantieri della Tav

Tajani contro il dl Dignità: "Fa perdere 130mila posti di lavoro". E sfida il governo sulla Tav

Il decreto dignità è legge. Approvato dal Parlamento, il decreto tanto voluto da Luigi Di Maio è passato all‘esame del voto nonostante le proteste delle opposizioni. Una legge che, dice Antonio Tajani, non solo “non guarda ai giovani", ma richia di produrre 130mila disoccupati in più. Altro che “dignità”.

"Questo decreto non guarda ai giovani e all'occupazione - spiega il presidente del Parlamento Ue e vicepresidente di Forza Italia - danneggia le imprese, non crea posti di lavoro ma li fa perdere. Dai conti fatti dai nostri parlamentari alla commissione bilancio della Camera, pensiamo si possa arrivare a 130 mila posti di lavoro persi”.

Sono diverse le misure contenute nel decreto appena approvato dal parlamento. Innanzitutto il bonus assunzioni per 31.200 giovani under 35 ogni anno, quindi 62mila nel biennio. Si tratta di un esonero contributivo in media di 2.650 euro. Si alza inoltre la soglia del rapporto tra contratti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. Le assunzioni a termine non potranno essere più del 30%, mentre fino a ieri il tetto era del 20% per quelli a tempo e un altro 20% per quelli di somministrazione. Per gli imprenditori che sgarrano è prevista una sanzione di "20 euro per ciascuno lavoratore coinvolto e ciascun giorno" lavorato in condizioni di irregolarità.

Fanno il loro ritorno in campo, dopo la recente abolizione, i voucher, ma potranno essere utilizzati dalle aziende agricole, "alberghiere e delle strutture ricettive che operano nel settore del turismo" e che "hanno alle dipendenze fino a 8 lavoratori". E poi multe per le aziende che delocalizzano prima di 5 anni dopo aver ricevuto contributi pubblici, il divieto di pubblicità dei giochi d'azzardo e per le aziende la 'compensazione’ tra i crediti vantati verso la Pa e i debiti contratti con lo Stato.

“Ho chiesto a più riprese che la Corte dei Conti, che è un organismo indipendente, verifichi la situazione – aggiunge il vicepresidente di Forza Italia - Il governo non ha mai risposto, non ha mai chiesto di verificare alla Corte dei conti. Il governo ha paura della verità e fa orecchie da mercante".

Il presidente del parlamento Ue, intanto, oggi è andato insieme a Chiamparino al cantiere di Saint-Martin-La-Porte della sezione transfrontaliera della linea Torino-Lione. Poi in val di Susa per incontrare cittadini e amministratori locali. Ad accompagnarlo nella visita, insieme all'europarlamentare Alberto Cirio, la deputata del collegio, Daniela Ruffino di Forza Italia. "La disponibilità dimostrata dal presidente Tajani nell'accogliere l'invito a Susa è la conferma dell'attenzione del presidente del Parlamento Europeo nei confronti del nostro territorio", osserva Ruffino.

Per Tajani bloccare la Tav singifica "Milioni e milioni che andrebbero sprecati per il capriccio di qualche rappresentante di governo che non si rende conto della importanza di non isolare l'Italia dal resto della Europa". "Mi auguro - continua il vicepresidente azzurro - che il governo italiano cambi idea perché fermare la Tav è una sciocchezza enorme: significa fare anche un danno enorme all'ambiente e alla sicurezza. Ecco perché serve che Italia non cambi idea". E alla conclusione della visita, Tajani risponde a distanza anche a Alessandro Di Battista che aveva definito inutile la grande opera: "Da parte dell'Italia, con Francia ed Europa, ci saranno dei costi e da pagare delle penali se la Tav non si fa.

Costerà più non farla che farla Certamente fra chi parla sdraiato su una amaca in vacanza in Messico e gli operai che stanno in cantiere a realizzare un futuro diverso per i propri figli, io sto sempre dalla parte degli operai e non dalla parte di chi pontifica e non fa niente e sta in vacanza".

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