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Tajani: "Io buon premier? Grato e disponibile per il bene del Paese"

L'eurocandidato accoglie l'investitura del Cav: «Scegliere i sovranisti per l'Ue è un voto inutile»

Tajani: "Io buon premier? Grato e disponibile  per il bene del Paese"

Non si butta avanti, non si tira indietro. «Quando i leader decideranno, farò come al solito il mio dovere», assicura Antonio Tajani. Silvio Berlusconi ha appena detto che sarebbe un ottimo premier in un prossimo governo di centrodestra e il presidente del Parlamento europeo, numero due di Forza Italia, ringrazia «per l'attestato di stima» e offre la sua disponibilità a fare «ciò che è utile per il Paese».

Il leader azzurro ha fatto un discorso di qualità, più che di quantità, dicendo che per andare a Palazzo Chigi lui ha più esperienza, equilibrio e buonsenso di Matteo Salvini, Capitano di una Lega maggioritaria nella coalizione, gli ricordano a Un giorno da pecora, su Rai Radio1. «Sono 25 anni che faccio il parlamentare europeo - spiega Tajani - e sono stato due volte vicepresidente della Commissione europea, ma non faccio confronti, i paragoni non mi piacciono».

Fedele al suo stile, moderazione, competenza e zero arroganza, il capolista nella circoscrizione di Centro di Fi precisa che il Cavaliere non ha affatto intenzione di farsi da parte, quando parla di gestione collegiale del partito dopo il voto, quando lui andrà a Bruxelles. «Berlusconi è un leader carismatico - dice - e deve restare in campo come protagonista della politica. C'è una classe dirigente capace ma di leader ce n'è uno solo, difficile trovarne altri». A Tajani certo toccherà un ruolo centrale nella riorganizzazione di Fi annunciata dall'ex premier, per ricompattare il partito, superare le divisioni e le critiche, formando una vera «squadra». Lui si distingue da quelli che cambiano partito e «non dimostrano lealtà finendo poi molto male» e taglia corto su un possibile addio del governatore ligure Giovanni Toti, magari per passare alla Lega o a Fdi. «Se volesse cambiare bandiera peggio per lui, io però sono sicuro che non lo farà. Dopo tutto quello che ha avuto da Berlusconi...».

Le liti che più preoccupano Tajani sono quelle all'interno della maggioranza, per i divergenti interessi dei due partiti al potere e per questo i vertici di Fi premono per la fine dei gialloverdi. «Non si preoccupano - attacca - di risolvere i grandi problemi. Serve uno shock fiscale per rimettere in moto un Paese ormai impantanato».

Lo stesso termine lo usa parlando dell'Ue: «Il sovranismo rischia di impantanare l'Europa, non di cambiarla, perché non c'è alcuna strategia, alcuna proposta se non alcune dichiarazioni velleitarie». Commentando gli exit poll olandesi, che danno i sovranisti in svantaggio, insiste che non è quella la strada da percorrere, perché l'insieme dei partiti di estrema destra secondo «tutte le ricerche sulle intenzioni di voto non arriva al 15%». Insomma, quello per Salvini, come per i suoi alleati stranieri, è per Tajani un voto «inutile».

Il numero uno dell'Europarlamento riceve il premio «Sulle spalle dei giganti» dell'Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale ed è l'occasione per riaffermare la fedeltà ai valori liberali dell'Occidente. «Gli uomini normali - dice Tajani- devono diventare giganti, perché le proprie spalle vengono allargate dalla forza delle idee e dei valori nei quali credere. Dare risposte e prospettive ai giovani, costruire il futuro è la cosa più importante».

Un obiettivo che ha radici nella cultura e in Senato il vicepresidente azzurro presenta le 10 idee di Fi per questa «industria che dà lavoro a milioni di cittadini europei», ricordando la difesa del Parlamento europeo del diritto d'autore.

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