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Tajani: "Salvini stacchi la spina". Ma Matteo blinda il governo

Azzurri in pressing, il leghista li gela: "Niente strappi". Berlusconi: "Soddisfatto, avanti tutta per le Europee"

Tajani: "Salvini stacchi la spina". Ma Matteo blinda il governo

Il giorno della vittoria del centrodestra in Basilicata, il dialogo a distanza tra il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani e il leader della Lega, Matteo Salvini, suona per molti versi surreale. Perché il primo legge nel voto come un'urgente richiesta al Capitano perché «stacchi la spina» al governo gialloverde e l'altro una conferma della «fiducia» degli italiani nella squadra di Conte, dopo 9 mesi di governo. «La sommatoria dei voti di Lega e 5Stelle è ancora la maggioranza assoluta», dice il vicepremier.

Una doccia fredda per gli azzurri. Un'interpretazione opposta. Per Silvio Berlusconi quello lucano «è stato un grande successo della coalizione» e ora «avanti tutta per la grande sfida europea e per fermare il malgoverno dei 5S», per Tajani non si può «sprecare l'onda favorevole al centrodestra». Ma Salvini risponde che non cambia niente e il suo «avversario» è solo il Pd. Tra l'alleanza di centrodestra, che l'ha portato per la settima volta al successo locale e il contratto nazionale con Luigi Di Maio, sceglie il secondo. Però tiene il piede nella coalizione con la quale affronterà gli altri appuntamenti amministrativi. E sfrutta il vantaggio di avere dalla sua in parlamento Fi e Fdi nei momenti difficili, come per il voto sul caso Diciotti. «Non ho grosse preoccupazioni per il Senato», dice il Capitano nella conferenza stampa di Milano. Aggiunge che gli azzurri e la destra «possono sostenere» le idee di Lega e M5s che condividono. E nega che nel Carroccio ci siano divisioni sulla sua linea filo M5s.

Quanto può durare un simile equilibrismo? Berlusconi festeggia al telefono con Salvini e la Meloni, presto potrebbero vedersi per un vertice. Ma intanto, il botta e risposta Tajani-Salvini dice altro. «Non si può dividere il governo - spiega il numero 2 di Fi in un'intervista al Corriere della Sera - in buoni e cattivi. Se la Lega non stacca la spina, significa che l'accordo con il M5s è solo di potere». Insiste sul fatto che la Lega «diventa corresponsabile» dell'operato del governo, che «non basta dissociarsi sul patto con la Cina o lo stop alla Tav». In più, «il Pd con questo governo ha margini di crescita». Il presidente dell'Europarlamento ricorda a Salvini che «si vince con Fi, siamo essenziali» e «non sappiamo che succederebbe se i leghisti andassero da soli o alleati con il M5s». Anche in Basilicata, il neogovernatore Vito Bardi l'hanno scelto Berlusconi e Tajani, superando le critiche di Salvini e Meloni.

Ma ora il Capitano, più che gridar vittoria con Fi e Fdi, fa della Basilicata un successo del patto con il M5s. «Abbiamo entrambi da esserne contenti. A livello nazionale non cambia niente». A chi chiede se la Lega sarà autosufficiente dopo le europee di maggio, il Capitano risponde: «Si sta meglio in 2, magari poi si litiga, ma è meglio avere 4 occhi». Tranquillizza Di Maio, assicura che nulla è successo dopo l'Abruzzo, dopo la Sardegna e così sarà dopo la Basilicata.

Dalla sua ha azzurri come il governatore ligure, Giovanni Toti. «Il voto premia gli amici di Lega e FdI, che hanno intrapreso un coraggioso rinnovamento - dice - e Fi è l'unico partito in calo». Mara Carfagna non ci sta: «Basta con il copia-incolla delle posizioni della Lega, paghiamo un prezzo per il via libera a Salvini per il governo con i grillini».

E Mariastella Gelmini: «Ora è il tempo dell'unità e del lavoro di squadra».

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