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Tajani stoppa l'azzurro ribelle: "Fai mea culpa"

Il vicepresidente di Fi ricorda il ruolo di Toti ai vertici di Fi: "Ma ignora anche le regole del Ppe"

Tajani stoppa l'azzurro ribelle: "Fai mea culpa"

Roma - Caro Giovanni, non parlare di ciò che non sai. In sintesi, è la risposta di Antonio Tajani (nel tondo) a Giovanni Toti, che critica l'appoggio di Forza Italia al probabile candidato del Ppe per il vertice della Commissione Ue, Manfred Weber, dicendo che sarebbe stato meglio un «uomo nuovo», magari «espressione dei Paesi mediterranei».

E chi, visto che l'altro in corsa è l'ex premier Alexander Stubb, che viene dai ghiacci della sua Finlandia e non certo dai mari caldi? «Il governatore della Liguria - dice il presidente dell'Europarlamento - non conosce bene le regole del congresso del Ppe. Ha fatto confusione, era convinto che Weber fosse del partito di Angela Merkel, ma è nella Csu. E poi il regolamento del congresso prevede di scegliere fra i due candidati che si sono presentati». Due errori sottolineati a matita rossa, ma con moderazione, fedele al suo stile. Ad Helsinki, il 7 e 8 novembre ci sarà Berlusconi, naturalmente Tajani, e Fi voterà per Weber.

Il vicepresidente azzurro ha partecipato venerdì ad Arcore all'incontro tra Silvio Berlusconi e il capogruppo tedesco del Ppe all'Europarlamento e, alla festa del Foglio, spiega: «Abbiamo appoggiato lui perché ha posizioni più vicine alle nostre, avendo ascoltato il gruppo parlamentare. Insomma, Toti ha fatto quelle dichiarazioni a causa della scarsa conoscenza del problema. Non c'è da fare polemica».

No, lui non vuole ma l'altro continua a martellare partito e classe dirigente, che non si rinnovano come vorrebbe. E Tajani replica che «forse voleva recitare un mea culpa», perché «non è un esterno, è stato (tempo passato, ndr) consigliere politico di Berlusconi per tanti anni, parte della classe dirigente, non è una monade che sta fuori».

Dentro Fi molti sono convinti che il livore del governatore sia montato soprattutto da quando il Cav ha scelto Tajani e non lui come vice. «Ora spera che il rilancio di Fi affidato al neovicepresidente- racconta uno dei più vicini al leader- non funzioni e che le elezioni europee vadano male, per recuperare posizioni. Altrimenti, è pronto alla nuova avventura filoleghista e sovranista con la Meloni, lasciando il partito». Tajani, che ieri ad Amelia ha ricevuto il Premio Barbarossa per «l'impegno al servizio delle istituzioni Ue», gioca sull'altro fronte. «Gli italiani devono capire - dice - che votare per le forze europeiste significa impedire l'uscita dall'euro, che sarebbe un suicido economico». E al governo, che fa la guerra all'Europa, spiega: «Le guerre si dichiarano quando si possono vincere.

Se la sconfitta è certa, diventa una sorta di suicidio politico».

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