Politica

"Tappetino", "Scodinzolante". Tra Martelli e Calenda finisce male

In attesa di un nuovo capitolo dello scontro, i due si "affrontano" sui social network

"Tappetino", "Scodinzolante". Tra Martelli e Calenda finisce male

Lo scontro politico si sposta ancora una volta sui social network: in questo caso i diretti interessati sono l'attuale direttore di "Avanti!" Claudio Martelli ed il leader di Azione Carlo Calenda.

Tutto ha inizio nel corso di un'intervista concessa dall'ex esponente del Partito Socialista Italiano a Myrta Merlino su La7. La conduttrice chiede a Martelli di esprimere un giudizio personale su Calenda. "Mi piace", replica l'ospite, "ma è un po' troppo ‘Ercolino faccio tutto io’. Dovrebbe decidersi a fare un partito e confrontarsi alla pari, discutere con amici e compagni".

Una battuta alla quale l'ex dem ha voluto rispondere immediatamente, mostrando così di essere stato colto sul vivo. "Martelli viene a trovarmi una settimana sì e l’altra pure", ha replicato il leader di Azione. "Poi questi che hanno l’aria di dire 'quando c’eravamo noi...' Martelli faceva parte del Psi e Craxi non era anche lui Ercolino?", ha aggiunto con chiaro riferimento alla battuta dell'ex vicesegretario del Garofano."Ha avuto anche buoni pensieri poi ha fatto un disastro etico. E Martelli era lì sdraiato come un tappetino".

Lo scontro si arricchisce ora di un nuovo capitolo, spostandosi direttamente sulla pagina Facebook di Claudio Martelli, che non usa giri di parole per contrattaccare. "Calenda è un bugiardo sciocco perché mente senza motivo", affonda il direttore di "Avanti!" nel suo post di ben 2486 battute. "Un anno fa l’ho incontrato due o tre volte, mi ha chiesto di aderire al suo movimento presentandosi come un liberal socialista garantista interessato al progetto dell’Avanti!", aggiunge l'ex esponente del Psi."Gli dissi ci penserò e dopo averci pensato non l’ho più visto né sentito. Mi ha scritto lo stesso chiedendomi 150 euro per partecipare alla sua cena elettorale. Glieli ho spediti pur di evitare di cenare con lui e altre insistenze".

Il lungo intervento di Martelli non può prescindere dalla difesa di Craxi. "Craxi era un Ercole che però conosceva le buone maniere e che guidò il governo dei migliori risultati. Tutti i giorni discuteva con me e altri socialisti", ricorda Martelli. Al contrario, "Calenda non discute, perché non è capace e al primo confronto perde la testa. Non sa nemmeno immaginare quali fossero i rapporti umani nei partiti democratici. È cresciuto come un cortigiano scodinzolante prima davanti a Montezemolo poi a Renzi", affonda ancora il direttore dell"Avanti!". "Ora crede di elevarsi insultando tutti, ma resta il cortigiano cafone che è sempre stato. Chi lo conosce lo evita ma se proprio vuole il resto del carlino io ci sono".

Carlo Calenda non ci sta, e cerca in ogni modo di avere l'ultima parola, replicando ancora una volta via social. "Oggi Martelli mi dedica un lungo post di insulti. Sarebbe una cosa irrilevante, il mondo è pieno di cafoni", scrive su Facebook il leader di Azione."E tuttavia in questo caso è utile a ricordarci i lati più deteriori della prima Repubblica, che siamo passati dall’odiare al venerare. Il Partito Socialista Italiano della gestione Craxi e Martelli (Delfino) ha avuto tantissimi meriti", aggiunge. "Il discorso sui doveri pronunciato da Martelli rimane a mio avviso ancora molto attuale. E tuttavia il grado di arroganza nell’occupazione del potere, lo sfarzo dello stile di vita a spese del Partito e dello Stato e le tangenti (che Martelli ha confessato di aver ricevuto) hanno distrutto quanto di buono (molto) c’era nelle idee del PSI", affonda ancora Calenda. Sarebbero state "la hybris e la mancanza di etica" a distruggere quanto di buono fatto dal Psi, secondo l'ex dem. "Quell’atteggiamento rimane ancora oggi. Ed è un vero peccato.

Un saluto a Claudio sperando che capisca che l’epoca in cui i socialisti potevano insultare le persone pretendendo il silenzio dei sudditi è finita da molto tempo", conclude piccato Calenda, in attesa, presumibilmente, di una nuova replica del direttore dell'"Avanti!".

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