Politica

Tasse, pensioni e reddito di cittadinaza: il governo balla sul tetto del 3%

Le promesse elettorali costano 12 miliardi. Lega e M5s discutono sulla possibilità di sforare il tetto del 3%. Salvini: "Nella prima manovra non ci sara tutto il contratto, ma taglieremo le tasse"

Tasse, pensioni e reddito di cittadinaza: il governo balla sul tetto del 3%

Sforare il tetto del 3% oppure arrivarci poco prima. È questo il grosso dilemma del governo gialloverde. Perché da una parte i Cinque Stelle vorrebbero sfidare l'Unione europea e superare i vincoli imposti sul debito, dall'altra la Lega è fermamente convinta che si possano avviare tutte le riforme promesse in campagna elettorale senza spingersi oltre. Il vicepremier Matteo Salvini, intervenendo a 24Mattino su Radio 24, ci ha tenuto a mettere in chiaro che l'esecutivo vuole "rimanere sotto il limite imposto dall'Europa facendo tutto quello che gli italiani ci chiedono di fare". A partire da un primo, significativo taglio delle tasse.

Già nei prossimi giorni si capirà quale piega prenderà la legge di Bilancio che Giovanni Tria vuole mantenere snella il più possibile per non incappare nelle ire di Bruxelles e nelle vendette delle agenzie di rating. "Ho detto 'sfioreremo', non 'sforeremo', una 'i' fa tutta la differenza del mondo". Salvini lo va ripetendo in lungo e in largo. Alla fine di quest'anno, come ricorda l'Huffington Post, il rapporto tra deficit e pil dovrebbe chiudere al 2,2%. Un'obiettivo tutt'altro che facile. La differenza, dunque, la farà quello che il governo riuscirà a inserire nella manovra. Ieri Luigi Di Maio ha ribadito che "le tre priorità" sono la flat tax, l'abolizione della legge Fornero e il reddito di cittadinanza. "Nella manovra non ci sarà tutto il contratto di governo - lo ha prontamente corretto il leghista - ci sarà l'avvio di quello che ci siamo impegnati a fare". Secondo il Messaggero, l'obiettivo minimo del governo è di racimolare una dozzina di miliardi di euro: 2,2 miliardi di euro serviranno ad avviare il reddito di cittadinanza, 3,3 miliardi per tagliare le tasse, 3 miliardi per attuare (parzialmente) la quota 100, un miliardo per incentivare il lavoro nel Mezzogiorno e un miliardo per il pubblico impiego. A questa lista vanno, però, aggiunti i 12,5 miliardi necessari a Tria per sterilizzare l'aumento dell'Iva. Per questo il ministro dell'Economia non fa che ripetere che le riforme devono essere "realizzate nell'ambito dell'equilibrio dei conti".

L'obiettivo di partenza è non peggiorare il deficit. Anche se il viceministro leghista dell'Economia, Massimo Garavaglia, fa notare che serve dare una scossa a questo Paese che ha un problema di bassa crescita. "Il debito si riduce se la crescita è più forte di quanto cresca il debito - ha spiegato al Gr1 - Il tema è appunto crescere di più di quanto cresce il debito. Finora le politiche dei governi precedenti ci hanno fatto essere il Paese con la più bassa crescita in Europa". Il dibattito, però, è aperto. Ieri, riferendosi allo spread e agli outlook delle agenzie di rating, Di Maio ha tagliato corto: "Non ci sono indici che ci testimonieranno quanto stia bene questo Paese sarà il sorriso dei cittadini a stabilire se staremo lavorando bene". Un'indicazione piuttosto chiara sulla possibilità, in caso di necessità, di sforare il fatidico tetto del 3%.

"A noi interessa fare le cose che servono alla gente, i numeri vengono dopo", ha confermato lo stesso Salvini ripromettendosi nei limiti del possibile, di "rispettare i vincoli dell'Europa". "Il 3% diciamo che lo sfioreremo. Dolcemente", ha rimarcato assicurando di "fare spesa utile" rientrando appunto nei canoni europei. Da qui l'idea di andare avanti con il taglio delle tasse, ma con una sforbiciata più leggera di quanto preventivato all'inizio. Salvini sa bene che non può pretendere che l'anno prossimo tutti paghino il 15% di tasse. Nella manovra dovrebbe, quindi, esserci un primo passo in questo senso. "Negli ultimi cinque anni - ha aggiunto - il debito pubblico è aumentato di 250 miliardi di euro, 50 miliardi all'anno, eppure sono stati fatti tutti i compitini a casa che l'Europa aveva assegnato e i mercati suggerivano: ma gli italiani non stanno meglio, forse a qualcuno può venire il dubbio...". Pertanto, se spendendo quei soldi, riuscisse a stare sotto il tetto del 3%, Salvini sarebbe "l'uomo più felice del mondo".

"Ma se per mettere in sicurezza il territorio devo ricalcolare uno 0,1%, lo faccio".

Commenti