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Tav, ira della base M5s: "Traditori". E c'è chi invoca Di Battista

Gli attacchi più duri sono quelli sul blog delle Stelle. I vaffa si sprecano. E il Movimento 5 Stelle adesso si divide

Tav, ira della base M5s: "Traditori". E c'è chi invoca Di Battista

Gli attacchi più duri sono quelli sul blog delle Stelle, il portale che ha raccolto l'eredità del primo blog di Grillo: è qui che gli attivisti si scagliano duramente contro la decisione del premier Giuseppe Conte di andare avanti con la Tav, con accuse rivolte soprattutto al Movimento per aver tradito le istanze grilline. I vaffa piovono, in ricordo del Movimento della prima ora. "Di solito non sono volgare, ma ora mi viene proprio spontaneo un bel 'Ma vaffa…!'...", si legge in uno dei tanti commenti. "Se date il benestare alla più stupida opera del secolo(alla pari del salasso del Mose ed ai costosi progetti per il lo stretto di Messina) che è il TAV siete finiti", scrive Paolo, mentre 'Scartabagat' lancia un'alternativa: "Non rimane che sperare in un m5s originale magari a guida Dibattista". "Siete ridicoli... traditori", fra gli altri, chiosa 'Randa'.

D'altronde, persino lo stesso fondatore del Movimento ha fatto trapelare la sua rabbia. Lui, Beppe Grillo, non risponde al telefono né agli sms dei giornalisti. Ma le persone più vicine a lui raccontano di un garante furente per la decisione, annunciata dal premier Giuseppe Conte, di aprire alla Tav. E non bastano le rassicurazioni di Luigi Di Maio: lasciare decidere il Parlamento sulla Torino Lione. Grillo è arrabbiatissimo, racconta chi gli è vicino. "Dopo Tap, trivelle, Ilva - lo sfogo del fondatore del Movimento con alcune persone fidate e riportato all'Adnkronos - tradire la Tav è l'ultimo tassello...".

Il tutto nonostante la strada del voto parlamentare annunciata da Di Maio: "La parola passa alle Camere, noi siamo per il no, è un'opera dannosa. Media, giornali, apparati, tutto il sistema schierato a favore. Non noi". Ma all'interno dei gruppi parlamentari cresce il malessere per la decisione del governo di dare di fatto il via libera al completamento dell'opera. Dopo il Tap e l'Ilva "è l'ennesima battaglia persa", il refrain dei malpancisti. Non è solo il senatore Airola ad insorgere dopo la mossa del presidente del Consiglio. Sia a Montecitorio che a palazzo Madama il rischio è che ci possano essere altre defezioni nei gruppi parlamentari. "Ma a rischiare di più è ora l'Appendino", l'osservazione generale.

"Si è deciso di non prendere neanche in considerazione l'analisi costi-benefici", spiega più di un parlamentare.

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