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"La Tav non verrà più fatta". È scontro tra Conte e Salvini

Il premier si allinea alla decisione del M5s. Ma Salvini non è disposto a piegarsi: "Occorre andare avanti e non tornare indietro"

"La Tav non verrà più fatta". È scontro tra Conte e Salvini

Sull'Alta velocità, ormai, è scontro. A infiammare lo scontro è il premier Giuseppe Conte che, in un retroscena pubblicato dalla Stampa, si è dichiarato contario alla costruzione della Tav. "Non si farà più", ha minacciato il capo del governo allineandosi così alle pressioni del Movimento 5 Stelle da sempre vicino alle frange facinorose dei No Tav. La Lega però non è affatto d'accordo. E, mentre arrivavano nelle edicole le dichiarazioni di Conte contro la Torino-Lione, il vice premier Matteo Salvini prometteva ai microfoni di Radio24 che "sulla Tav si va avanti". Lo scontro, insomma, è solo all'inizio.

In questi giorni, sul tavolo del premier Conte ci sono vari dossier tra cui quello riferito alla linea veloce che dovrebbe unire (se ultimata) la città di Torino con quella di Lione. Dopo alcuni giorni di ripensamenti, dopo le dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, anche il premier si dichiara contrario al proseguimento della costruzione della tratta ad alta velocità tra Italia e Francia. Secondo i pentastellati, l'accordo con i francesi che blinderebbe l'obbligo da parte dell'Italia di proseguire nei lavori potrebbe essere "aggirato" attraverso una legge e un altro voto alle Camere. Toninelli si era dichiarato fin da subito contrario alla tratta e addirittura disposto a ritrattare gli investimenti che ad oggi vedono un 40% affidato all'Europa, 25% dovrà sborsarli la Francia e il 35% l'Italia, nonostante sia in Francia che ci sia la maggior parte della tratta. L'Italia si trova molto indietro rispetto alla Francia nei lavori, secondo i pentastellati basterebbe restituiri i finanziamenti europei ottenuti (quasi un miliardo) per bloccare i lavori.

Salvini, invece, non accetta questa presa di posizione dei vertici di governo e tuona ai microfoni di Radio24 dicendo: "Occorre andare avanti e non tornare indietro". Poi continua: "C'è da fare l’analisi costi-benefici: l’opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguirà? Non è che faccio pagare agli italiani miliardi". Questo ragionamento, secondo Salvini, deve essere applicato a Tap, Pedemontana e Terzo Valico senza esclusioni. Il ministro degli Interni inoltre garantisce che "la polizia continuerà ad arrestare chi lancerà i sassi contro i lavoratori".

La Tap, al contrario della Tav, vedrebbe accordi internazionali impossibili da bloccare e assolutamente blindati. La costruzione del Gasdotto Trans-Adriatico servirebbe a far affluire il gas proveniente dall'Azerbaigian che attraverserebbe la provincia di Lecce.

Conte dovrà parlare del Tap quando visiterà la Casa Bianca, lunedì, avendo intenzione di spostare il gasdotto (come richiesto dal governatore pugliese Emiliano) su un altro territorio che non sia la Puglia.

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