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Tav, Toninelli grida al complotto "Numeri patacca dei poteri forti"

Il grillino: «Falsi i dati per dimostrare l'utilità dell'opera» Ma Fassino lo inchioda: «Le cifre sballate sono solo le sue»

Tav, Toninelli grida al complotto "Numeri patacca dei poteri forti"

Roma Toninelli al contrattacco. Il ministro dei Trasporti alza la voce sulla Tav, dopo le polemiche degli ultimi giorni e le schermaglie tra lui e il professor Pierluigi Coppola sull'analisi costi-benefici dell'Alta velocità, e rievoca l'ombra dei poteri forti, in grado di propalare a mezzo stampa polpette avvelenate per spacciare la Tav come una grande opera necessaria. E invece, per Toninelli, quei numeri virtuosi sulla Torino Lione, circolati negli ultimi giorni sulla stampa e attribuiti, in parte, proprio al contributo di Coppola al dossier sull'Alta velocità (che invece ha bocciato senza mezzi termini la Tav), altro non sarebbero che fake news. Anzi, una «grossolana patacca», per usare il linguaggio a dir poco diretto con cui la nota del ministero guidato da Danilo Toninelli stronca i benefici stimati «tra 400 milioni di euro e 2,4 miliardi» che la realizzazione della Tav comporterebbe, stando alla tabella di cui sopra. Un «falso clamoroso», insiste la nota parlando ancora della «tabella di cui nemmeno Coppola risulta autore», prosegue il Mit, «e che peraltro non è mai pervenuta alla Struttura Tecnica di Missione del Ministero tra la documentazione ufficiale sul dossier».

Quale sia l'origine di quella lettura in chiave ottimistica dell'Alta velocità, insomma, sarebbe un mistero. Ma il ministro, attraverso la nota del dicastero, ne approfitta per attaccare stampa e giornalisti. «Se per una volta i giornali si fossero presi la briga di fare un minimo di verifica ringhia ancora il comunicato firmato dal Mit - si sarebbero resi conto di avere tra le mani un pacco in piena regola». E come si poteva comprenderlo? «Basti considerare che questa nota riporta un costo di ripristino dello stato dei luoghi gonfiato persino rispetto alle stime di Telt», spiega poi la nota del Mit, che si dice pronto a indagare: «Il ministero cercherà di accertare l'origine di questa polpetta avvelenata che ha generato, al di là delle legittime posizioni scientifiche e politiche, un grave inquinamento del dibattito sul Tav, spingendo la grande stampa a strumentalizzare e a propalare una serie di fake news che meriterebbero attenzione da parte dell'Ordine dei giornalisti». La sfuriata innesca però la replica di Piero Fassino, che accusa Toninelli di aver sparato lui fake news sulla Tav, spacciando il progetto come «vecchio di 30 anni» mentre è del 2017, sottostimando i flussi di traffico che invece giustificherebbero l'opera, sminuendo la riduzione dei tempi di percorrenza «che invece si dimezzerebbero» e negando le penali che invece ci sono, come pure non sarebbe vero che sia la Francia che la Ue riterrebbero l'Alta velocità sulla Torino Lione «non interessante».

Fino all'ultima «bufala», per Fassino, quella secondo cui «non fare la Tav consentirebbe di spendere 8 miliardi in altre opere, quando il costo della Tav per l'Italia è di 4,7 miliardi».

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