Guerra in Israele

"Teheran ha già raggiunto molti scopi. Ma eviterà la guerra totale con gli Usa"

L'analista geopolitico Ali Alfoneh: "L'Iran ha avvisato Washington per evitare il peggio. Al momento Biden non è interessato a una nuova avventura in Medioriente"

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«La portata dell'attacco iraniano sembra contenuta, ma non possiamo ancora conoscere la risposta israeliana». Così analizza il raid della notte Ali Alfoneh, analista all'Arab Gulf States Institute di Washington, ideatore della teoria della trasformazione della Repubblica islamica in una dittatura militare.

Quali potrebbero essere le conseguenze?

«La portata della ritorsione dell'Iran appare abbastanza controllata, ma non conosciamo ancora la natura della potenziale risposta di Israele. Nonostante i discorsi sulla vendetta, la Repubblica islamica sembra portare avanti la politica di pazienza strategica adottata finora. Dopotutto, il regime ha raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi il 7 ottobre: l'incursione terroristica di Hamas in Israele ha infranto il mito dell'invulnerabilità dello Stato ebraico; l'Iran si è vendicato e ha messo in imbarazzo i servizi di sicurezza e di intelligence israeliani ed è anche riuscito a sabotare la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Israele. Dal 7 ottobre, il regime di Teheran ha goduto del fatto che Israele distruggesse la propria immagine e il proprio prestigio internazionale».

Perché Teheran aveva segnalato le sue intenzioni a Washington?

«Per evitare una guerra totale con gli Stati Uniti per la quale non è preparata».

Qual è invece la strategia di Israele?

«Per più di un decennio, il governo israeliano è impegnato in uno sforzo sistematico per provocare la Repubblica Islamica, in previsione di una ritorsione, che Tel Aviv potrebbe poi usare come pretesto per lanciare un attacco più ampio contro l'Iran e iniziare una guerra che coinvolga gli Stati Uniti. Finora, la Repubblica Islamica è stata troppo intelligente per cadere nella trappola».

Gli Stati Uniti potrebbero entrare in guerra?

«Joe Biden ha pochi incentivi a coinvolgere gli Stati Uniti in un'altra avventura in Medio Oriente prima delle presidenziali, ma se la Repubblica islamica dovesse esagerare nella rappresaglia diretta contro Israele, non possiamo escludere la possibilità di un intervento».

Ali Alfoneh

Che cosa significherebbe per l'Iran?

«A parte lo scenario più improbabile di un'invasione terrestre da parte degli Stati Uniti, è probabile che l'Iran sopravviva a una campagna aerea».

Quali gli obiettivi di Tel Aviv in un conflitto con Teheran?

«L'obiettivo primario è che gli Stati Uniti combattano la guerra di Israele contro l'Iran. Altrimenti spera di mantenere il regime di Teheran isolato e soggetto alle sanzioni economiche Usa in modo che l'economia cresca dell'1% anziché del 5% annuo».

È realistico che si incendi tutta la regione?

«Finché gli Usa non pianificheranno un'invasione terrestre non ci sarà alcuna guerra regionale».

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