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Telefonata Berlusconi-Alfano: via all'operazione disgelo Nuovo Senato, i dubbi del Cav

L'ex premier: "Con Angelino parlo da solo". E apre ai dissidenti sulla  riforma di Palazzo Madama. Ecco la strategia per unire i moderati

Telefonata Berlusconi-Alfano: via all'operazione disgelo Nuovo Senato, i dubbi del Cav

«Con Angelino ci parlo io. Da solo. Senza mediatori né ambasciatori». E così è. Nel pomeriggio Berlusconi e Alfano si riparlano, al telefono, cosa che non avveniva da tempo. Non è successo venerdì scorso, giorno dell'assoluzione, sebbene il ministro dell'Interno abbia cercato il Cavaliere per congratularsi personalmente con lui. Non è successo sabato, quando Berlusconi ha spulciato la lista infinita di parlamentari, amici e conoscenti che il giorno prima avevano intasato il centralino di Arcore. I loro nomi erano finiti in un file «Richiamare». Tra i tanti, quello di Angelino. L'assoluzione ha rimescolato le carte sul tavolo della politica e il Cavaliere resta più che mai al centro del gioco. Ora e nel futuro. Ecco perché, sconfitti i teoremi della procura, scacciata la grande paura, è tempo di tornare a ragionare di politica e del futuro di Fi e del centrodestra. Rimettere insieme i cocci di un'alleanza andata in frantumi; ricostruire la casa dei moderati che restano la maggioranza del Paese; favorire un'alternativa a Renzi che, soprattutto sull'economia, è destinato al flop: sono questi i pensieri principali dell'ex premier pronto all'«operazione disgelo» con l'Ncd. Un'operazione preparata principalmente da Toti e da alcuni ambasciatori alfaniani rimasti legati ad Arcore. «Ma con Angelino ci voglio parlare da solo», la raccomandazione del Cavaliere.
Le prove generali della grande distensione con l'Ncd arriva nel giorno in cui uno dei pilastri della possibile alleanza di centrodestra alza la voce. È la Lega di Matteo Salvini che a Padova celebra il suo congresso. Messaggio chiaro il suo: «Ma come faccio a fare le primarie con Alfano?». E ancora: «Non torno indietro alle sommatorie dei partiti, o c'è progetto un comune e condiviso oppure resteremo irrilevanti e marginali, come detto da Toti, ma con qualche milione di voti». Già Toti. Il consigliere politico del Cavaliere, grande manovratore per rimettere insieme una sorta di nuova Casa delle libertà, aveva risposto così via Twitter alle prime battute del leader del Carroccio: «Matteo Salvini ma che film hai visto? La Lega dialoghi con altri cdx. Isolarsi porta solo all'ininfluenza. Noi lavoriamo per l'Italia e voi?».
Il nodo Lega non è semplice da sciogliere. Il Cavaliere sarebbe propenso alla sintesi ma i due contraenti non ne vogliono sapere l'uno dell'altro. E lo stesso Alfano, in un'intervista al Messaggero, aveva dettato le proprie condizioni per rinnovare la liaison con Arcore: «Silvio scelga se stare con noi o con gli estremisti; se ricominciare dal Ppe o dalla destra estrema». Insomma, sì con Casini, no con Salvini. In più, Angelino chiede garanzie al Cavaliere sulla modifica dell'Italicum (modificare al ribasso le soglie di sbarramento e introdurre le preferenze, ndr). Sul tema il Cavaliere è sempre stato freddo e freddo resta. Come, del resto, sul tema «primarie» per la scelta del futuro leader. Berlusconi non chiude del tutto ma rimane tiepido, fedele al pensiero che «il nostro popolo non ama le consultazioni di partito».
Un partito che, così com'è, non lo appassiona più. Specie quando si attorciglia in mille distinguo che - pensa il Cavaliere - il più delle volte nascono per mantenere rendite di posizione.
Tuttavia, sulle riforme, Berlusconi comincia ad essere scettico. Il nuovo Senato non lo convince appieno, comprendendo così le ragioni dei «dissidenti». Ne parlerà domani con Raffaele Fitto, uno dei big dei cosiddetti malpancisti nei confronti dell'abbraccio a Renzi.

Un faccia a faccia che il Cavaliere spera risolutivo anche se i dubbi restano: la riforma è ancora troppo pasticciata.

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