Economia

Tempo scaduto per Mps. Pronto il salvataggio di Stato

Il "no" ufficioso della Bce alla richiesta di una proroga per l'aumento di capitale. Il governo prepara un decreto

Tempo scaduto per Mps. Pronto il salvataggio di Stato

La Bce non concede i tempi supplementari al salvataggio del Monte dei Paschi. Questa è l'indicazione, seppur non ufficiale, arrivata ieri dall'Eurotower che ha fatto salire la tensione l'ungo l'asse Roma-Siena-Francoforte.

La mattinata è iniziata con un incontro al Tesoro fra i vertici del Monte e il ministro Pier Carlo Padoan in attesa del verdetto della Bce sulla richiesta di una proroga del maxi riassetto dell'istituto senese al 20 gennaio. Sul tavolo, il punto della situazione dopo il congelamento dell'aumento di capitale da 5 miliardi imposto dalla crisi di governo che avrebbe spaventato i potenziali investitori. Poi, alle 12.07, dall'agenzia Reuters arriva la bomba: Francoforte non è disposta a dare più tempo al Monte. Qualche minuto dopo, la stessa agenzia rettifica: «Si prega di ignorare flash su Mps andato in rete per errore». Salvo poi riconfermare la notizia appena smentita: la Bce non concede la proroga. Nessun comunicato ufficiale, per l'intera giornata il niet del consiglio di Vigilanza si baserà sempre su «fonti» non ben identificate. Nel frattempo, in Borsa il titolo va giù per poi chiudere in calo del 10,5% a 19,5 euro tra scambi pari al 7,7% del capitale. Sullo sfondo, le voci del decreto «omnibus» messo in cantiere dal governo (dimissionario) per il sistema bancario che comprende anche l'ombrello statale da aprire sul Monte se necessario. Il testo del decreto legge conterrebbe un generico riferimento a «strumenti» di intervento e sarebbe già pronto anche se non è detto che venga varato nel fine settimana e quindi dall'attuale esecutivo. Si parla di un riacquisto da parte del Tesoro dei bond subordinati da convertire in azioni. Il ministero, già azionista di Mps con il 4%, salirebbe così nel capitale diventando il primo azionista.

Questa la cronaca di ieri basata su una girandola di indiscrezioni andata avanti fino a sera. Fin quando non si è concluso il board del Monte riunito a Milano dopo pranzo: «Il cda non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte della Bce», si legge nella nota diffusa intorno alle 21. Dove si aggiunge che «la banca prosegue tutte le attività propedeutiche al completamento della predetta operazione» e che il «Consiglio è stato aggiornato a domenica (domani, ndr) pomeriggio».

Mps potrebbe dunque giocare ancora una carta per schivare l'intervento dello Stato. Tra le ipotesi che l'ad Marco Morelli starebbe discutendo con il cda c'è quella di lanciare comunque l'aumento la prossima settimana riaprendo la conversione per i bond subordinati retail. L'aumento andrebbe inoltre sul mercato senza un consorzio di garanzia, con le banche che assistono Mps impegnate nel ruolo di collocamento delle azioni. Ciò offrirebbe agli obbligazionisti retail la possibilità di convertire i titoli in azioni a condizioni più convenienti di quelle che potrebbero essere offerte loro nel caso della ricapitalizzazione statale. Prima, si dice fra chi ha lavorato all'operazione, andrebbero però rimossi i paletti posti da Consob sulle modalità di adesione. La Commissione guidata da Giuseppe Vegas è stata molto fiscale nell'applicare le norme della Mifid sul profilo di rischio adeguato. Come riportato nel prospetto informativo, infatti, un responso negativo alla valutazione di adeguatezza del profilo del cliente avrebbe «bloccato» l'accesso all'operazione. Il risultato? Dai piccoli risparmiatori il Monte ha raccolto solo 98 milioni sui 2,06 miliardi oggetto dell'offerta. L'obiettivo ora è alzare l'asticella.

Mps si salverà? «Sicuramente», ha risposto ieri il presidente Alessandro Falciai.

Capiremo presto se i soldi arriveranno dal mercato o dallo Stato, ovvero dagli italiani.

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