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La tentazione di Salvini: sfilarsi dalla corsa di Roma

Dopo le tensioni con Forza Italia e Fdi il leader leghista medita: niente liste alleate di Bertolaso. Berlusconi: "Vittoria solo se uniti"

La tentazione di Salvini: sfilarsi dalla corsa di Roma

Nel centrodestra i musi restano lunghi. Sebbene Salvini eviti di parlare di Bertolaso e si limiti a dire di affidarsi alla volontà dei romani, dietro le quinte valuta tutte le possibili mosse. E tutte quante porterebbero il barometro che misura il clima dell'alleanza sul burrascoso. Ecco le carte che potrebbe giocare il capo del Carroccio. La prima: boicottare Bertolaso alle gazebarie che, è ufficiale, si terranno il prossimo fine settimana e non il 19 e 20 marzo.

In fondo i leghisti sono molto più irrigimentati dei militanti azzurri e se arrivasse l'ordine di andare a votare «no» alle gazebarie sull'ex capo della Protezione civile, per quest'ultimo sarebbero grane. E non occorre che la maggioranza dica di no; basterebbe che per Bertolaso non ci fosse un plebiscito per parlare di candidato «azzoppato». Questo è il timore numero uno degli azzurri e dei fratellitalioti che non escludono neppure che una parte dei tifosi di Marchini e di Storace possano «inquinare» il voto delle gazebarie. Ovviamente l'eventuale ordine di boicottare Bertolaso avrebbe conseguenze devastanti sulla coalizione, sia alle amministrative sia sul futuro progetto di stare insieme.

L'altra carta, meno dura ma non meno negativa per i rapporti futuri con gli alleati, sarebbe quella della «strategia del Ponzio Pilato»: non mettere becco negli affari romani, non presentare alcuna lista né ostile né di appoggio a Bertolaso e vedere come va a finire. Qualora l'ex capo della Protezione civile dovesse fallire malamente e non raggiungere nemmeno il ballottaggio, il Carroccio potrebbe così addebitare la sconfitta solo ed esclusivamente a Forza Italia e Fratelli d'Italia ma non al loro partito. Questa scelta avrebbe lo svantaggio di andare contro alla sventolata volontà di conquistare anche il centro e il sud del Paese; ma ha il vantaggio di non sporcarsi in caso di débâcle. Anche in questo caso, tuttavia, la coalizione ne risentirebbe molto e sarebbe lecito parlare di rottura.

Di tutto questo bisbigliare lontano dai microfoni Berlusconi è al corrente e non nasconde la propria irritazione. Tuttavia, con estremo sforzo, il Cavaliere predica ancora di fare di tutto per tenere insieme la coalizione perché «soltanto andando uniti possiamo battere la sinistra». Ovvio che i pontieri di Lega e Forza Italia sono, come sempre, all'opera. Tuttavia si dice che soltanto i leader, Meloni inclusa, possono trovare la quadra in un faccia a faccia risolutivo.Intanto Bertolaso continua a lavorare a testa bassa e battere Roma in lungo e in largo: ieri ha fatto visita a un centro antiviolenza sulle donne, poi a un centro anziani e quindi ha fatto un sopralluogo a Termini e nella metropolitana fino ad Anagnina. Non ultimo: una visita a Morena, confine della città vicino a Ciampino.

Qui, ogni volta che piovono due gocce, le case vengono sommerse d'acqua. Ma nei rapporti Lega-Forza Italia sarà pioggia o tornerà il sereno?

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