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Mario Adinolfi contro il libro pro-gender: "Mai in mano ai nostri figli"

Mario Adinolfi, direttore de La Croce, commenta così le immagini del libro dal 'Piccola storia di una famiglia' pubblicate sulla sua pagina Facebook

Mario Adinolfi contro il libro pro-gender: "Mai in mano ai nostri figli"

"Conosco bene libri come questo, sono supporti teologici per colpire l'immaginario dei bambini di 3-5 anni con una violenza inaudita". Mario Adinolfi, direttore de La Croce e promotore del Family day del 20 giugno, commenta così le immagini del libro dal titolo 'Piccola storia di una famiglia' pubblicate sulla sua pagina Facebook da un sostenitore della sua battaglia contro la teoria del gender.

Adinolfi spiega a ilgiornale.it che, dopo l'approvazione della legge sulla buona scuola, lo studio della teoria del gender non è più una leggenda e con quel libro si cerca di indottrinare i nostri figli. "Si dice che il bambino può essere figlio di due uomini o due donne ma è una bugia e noi non siamo dei talebani che vogliono impedirne la pubblicazione ma non deve finire nelle mani dei bambini", avverte il giornalista che rivendica la manifestazione del Family Day come un successo. Secondo Adinolfi "ora le famiglie sono consapevoli di quello che sta succedendo e i genitori presenti in piazza San Giovanni il 20 giugno negheranno nei consigli d'istituto il consenso a far studiare quei libri". Quella manifestazione ha avuto ripercussioni anche sull'iter del ddl Cirinnà che non arriverà mai in Aula per il 3 agosto perché "in commissione gli amendamenti non sono cangurabili e ne hanno votati solo 10 su 1500". "Da avversario del movimento LGBT mi spiace per loro che siano stati presi in giro. Prima si diceva che il ddl Cirinnà sarebbe passato entro l'estate, poi si è parlato dell'autunno e infine dicembre...", dice Adinolfi mettendo il dito sulla piaga con un pizzico di soddisfazione.

"Grazie a noi tanti parlamentari di maggioranza e opposizione si sono svegliati e si stanno opponendo alla stepchild adoption (l'adozione di un figlio naturale da parte del patner omosessuale del genitore ndr), come per esempio anche l'onorevole Lepri, vicepresidente dei senatori Pd". Secondo il direttore de La Croce non vi sono le condizioni perché un simile ddl venga approvato anche perché così Matteo Renzi si giocherebbe il sostegno dell'elettorato cattolico, dopo aver già approvato il divorzio breve e non aver dato alcun sostegno concreto alle famiglie. "Da analista politico - spiega Adinolfi - se mancassero i voti dei cattolici e degli ex popolari, il ddl, per passare, avrebbe bisogno dei voti dei grillini i quali, però, non hanno alcun interesse ad aiutare il governo". Infine una battuta sulla bocciatura del Vaticano alla seconda giunta Marino: "L'Osservatore romano, in quanto tale, osserva la situazione della Capitale e registra come vi un'assenza totale del governo della città in quanto polis da amministrare.

Marino vede la politica solo come spazio di potere ma, nonostante le inchieste abbiano evidenziato la sua onestà, i romani nutrono un forte dissenso per la sua azione amministrativa a pochi mesi dal Sinodo della famiglia del 3 ottobre e dall'inizio del Giubileo, l'8 dicembre".

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