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"Terremotati traditi dai gialloverdi"

Bernini dà voce ai «sindaci invisibili»: solo passerelle, nessun sostegno

"Terremotati traditi dai gialloverdi"

Roma «Siamo stati traditi da questo governo», dice la capogruppo di Fi al Senato, Anna Maria Bernini. Al suo fianco hanno le facce scure 9 sindaci azzurri, con fascia tricolore. Sono dei comuni terremotati di Abruzzo, Marche, Lazio e Campania e si dicono «profondamente delusi», «arrabbiati», anche «inc....i», senza complimenti.

Perché prima il decreto legge terremoto e ora il Milleproroghe (che si sta approvando nell'aula accanto), non hanno risposto alle emergenze dei comuni colpiti dal sisma del Centro Italia e dell'isola d'Ischia. Ci sono ancora macerie per strada, sfollati, famiglie disgregate e imprese in fuga. In campagna elettorale, da Matteo Salvini a Lugi Di Maio, erano stati tutti prodighi di promesse. E ora la viceministro all'Economia Laura Castelli dice che quella dei terremotati «non è una priorità». Spiega il marchigiano Marcello Fiori, responsabile Enti locali di Fi: «Nel decreto Milleproroghe non c'è nulla di quel che è stato promesso in campagna elettorale». I soldi servono ad altro, esplodono i sindaci, a finanziare il reddito di cittadinanza e chissà che altro.

Sono sindaci «invisibili», «di serie B», dicono loro, quelli cui Forza Italia ha voluto dar voce nella conferenza stampa a Palazzo Madama. In aula, poco prima, il senatore azzurro Andrea Cangini ha chiesto a Giuliano Pazzaglini, sindaco leghista di Visso: «Non sente il dovere di dimettersi, visto che è stato eletto per tutelare gli interessi dei terremotati marchigiani e il suo partito ha fatto scelte diverse?».

Basta slogan e passerelle, ripetono i senatori Francesco Battistoni per il Lazio e Nazario Pagano per l'Abruzzo. «Abbiamo assistito al festival delle chiacchiere - sbotta il sindaco di Lacco Ameno (Ischia), Giacomo Pascale -, pensavamo che questa fascia tricolore fosse uguale da Palermo a Trieste, invece la nostra isola è stata ignorata». Il primo cittadino di Norcia, Nicola Alemanno, parla di «proposte di emendamenti, nate da concrete richieste sul territorio, puntualmente bocciate».

Rosanna De Antoniis, sindaco di Castel Castagna (Te), avverte: «Sono passati 2 anni, se non si interviene subito le aree saranno abbandonate definitivamente e avremo un Centro Italia desertificato».

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