Politica

«Tirano le bombole, spezzategli un braccio»

Bufera per la frase di un funzionario. La replica: «Errori politici scaricati su di noi»

Chiara Giannini

La colpa dei disordini di ieri mattina a Roma, a quanto pare, se la prende di nuovo la polizia. Al centro delle polemiche la frase, pronunciata da un funzionario intento a rincorrere i migranti in guerriglia dopo lo sgombero dell'edificio di piazza Indipendenza: «Devono sparire, se tirano qualcosa spaccategli un braccio». La Questura ha immediatamente annunciato un'inchiesta sulla frase choc.

Insomma, per distrarre il popolo dalla responsabilità di una politica che non ha saputo prendere in tempo i provvedimenti del caso e che ci fa deridere da mezzo mondo, si preferisce puntare il dito contro quegli stessi agenti che ogni giorno lavorano in strada. Già ci ha pensato l'approvazione della legge sul reato di tortura a legare loro le mani, ora a ogni corteo diventano bersaglio facile per chi cerca un capro espiatorio.

«Ma la responsabilità di quanto è accaduto ieri - spiega il segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia), Gianni Tonelli - è unicamente del governo e della classe dirigente di questo Paese che, con gli ultimi due esecutivi, hanno gestito la questione immigrazione con un filtro ideologico, sembra quasi sotto l'egida di poteri sovranazionali. Ciò che è accaduto oggi - prosegue il sindacalista - e accadrà domani, sono tre anni che il Sap lo scrive. Eppure ci stupiamo. Ci disgusta, pertanto, il tentativo di strumentalizzare frasi di chi lavora onestamente». Per Tonelli, che parla di «strumentalizzazione della frase del funzionario», «la situazione stava degenerando ed era fondamentale fermare i facinorosi che alimentavano gli scontri. La vergogna è che non si voglia accendere un riflettore sulle responsabilità. Abbiamo un partito dell'antipolizia che condiziona il circuito mediatico, filtra le informazioni e le distorce prima di veicolarle. Solo degli irresponsabili - conclude - potevano portare il Paese a queste condizioni. L'interesse, chiaro, è quello di destabilizzare l'Italia». Non è più morbido il segretario generale del Coisp, Domenico Pianese: «Come al solito siamo abbandonati a noi stessi ad affrontare problematiche che vengono create da vuoti politici e amministrativi e poi veniamo chiamati in causa per risolvere situazioni di cui nessuno si è voluto assumere la responsabilità. Abbiamo denunciato questa cosa per molti anni. In pieno centro, nella Capitale - dice ancora -, c'è chi ha preso e subaffittato un intero stabile per sfruttare altri poveracci, persone ai margini della società. Si doveva intervenire prima.

Che a Roma un folto gruppo di migranti aggredisca gli agenti impegnati in uno sgombero, con bombole, bottiglie incendiarie è gravissimo e intollerabile».

Commenti