Cronache

Da Torino a Bari, la rete degli anarchici violenti

Scontri al G7 di Venaria, 17 arresti. Colpo ai vertici dei centri sociali italiani più «caldi»

Da Torino a Bari, la rete degli anarchici violenti

Torino Sette persone agli arresti domiciliari e altre dieci denunciate con obbligo di firma: è il risultato di un'articolata indagine coordinata dalla Procura di Torino, che ha di fatto decapitato la rete dei centri sociali sparpagliati in tutta Italia, da Nord a Sud e che - almeno per alcuni gravi episodi di violenza - ha come punto di riferimento gli anarchici appartenenti al gruppo torinese di Askatasuna.

Tutte le persone denunciate sono ritenute responsabili, a vario titolo, di violenza aggravata a pubblico ufficiale ed esplosione di ordigni e materiale esplodenti. I fatti si riferiscono agli scontri avvenuti nel settembre del 2017, in occasione del G7 di Venaria Reale, in provincia di Torino.

Il blitz, scattato all'alba di ieri, è stato condotto dalla Digos di Torino, in collaborazione con le questure di Roma, Firenze, Modena, Bari e Venezia. A finire nella rete degli inquirenti, sono stati leader e militanti del centro sociale Askatasuna, della compagine antagonista fiorentina dell'Autonomia Diffusa Ovunque, del centro sociale modenese Spazio Guernica, del collettivo universitario Sapienza Clandestina, dell'Ex Caserma Liberata di Bari e dei Centri Sociali Nord Est di Venezia. Considerati dagli inquirenti «i registi delle azioni criminali», sono stati arrestati, e mandati ai domiciliari, i leader storici di Askatasuna: Giorgio Rossetto, 57 anni, e Andrea Bonadonna, 43 anni. Domiciliari anche per altri esponenti di spicco: Umberto Raviola, 29 anni, Mattia Marzuoli, 36 anni, Donato Laviol, 31 anni. Stesso provvedimento cautelare è stato emesso per la militante Stella Gentile, 38 anni.

Un duro colpo è stato inferto agli anarchici del Piemonte che, proprio in queste settimane, stanno organizzando il Festival dell'Alta Felicità in Val di Susa, caratterizzato da una particolare mobilitazione popolare contro la Tav, che richiama esponenti anarchici da tutta Europa. Ai domiciliari è finito anche Dario Tondini, 22 anni, leader del centro Autonomia Diffusa di Firenze. Le indagini della Digos di Torino, che hanno portato alle misure cautelari in tutta Italia, hanno preso il via nell'ambito del G7 sui temi dell'Industria, Scienza e Lavoro che si è svolto a settembre di due anni fa, alla Reggia di Venaria Reale, che aveva suscitato l'immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla «Assemblea ResetG7», ha portato, soprattutto nelle ultime due giornate dell'incontro internazionale, ad una escalation di violenze, atti vandalici e rappresaglie. Con il susseguirsi di una serie di iniziative sempre più violente, che hanno progressivamente innalzato il livello della contestazione. E con il movimento studentesco prima e gli oltre 200 appartenenti dei centri sociali poi, che più volte hanno tentato di sfondare i contingenti delle forze dell'ordine con il preciso obiettivo di raggiungere l'hotel dove erano ospitati i leader che partecipavano al vertice del G7. In quei due giorni i facinorosi hanno dato vita ad una guerriglia urbana che la città di Torino non aveva mai visto prima: lanci di bombe carta, razzi e petardi verso le forze dell'ordine, cassonetti dell'immondizia bruciati e vetrine spaccate. Azioni violente e precise, messe in atto - secondo le indagini della polizia di Stato - sotto la regia dei leader del centro anarchico Askatasuna. Due giorni di inaudita violenza che durante la controconferenza che si è tenuta nel centro torinese, gli antagonisti hanno minimizzato definendo i fatti contestati «reati non così rilevanti ed efferati come vogliono far credere». «Sono i classici atti di resistenza a pubblico ufficiale tipici delle manifestazioni di piazza», hanno fatto sapere. Puntuale il commento del ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Grazie a forze dell'ordine e inquirenti. In Italia è ovviamente garantita la libertà di manifestare ma non c'è tolleranza per i violenti soprattutto se aggrediscono donne e uomini in divisa.

Anche per gli estremisti rossi, troppo spesso coccolati da certa sinistra, è finita la pacchia».

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