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Torino, rivolta degli anarchici. Due agenti feriti, caos in città

Antagonisti in corteo per Cospito: volti coperti e bombe carta.

Torino, rivolta degli anarchici. Due agenti feriti, caos in città

Un lungo serpente nero che distrugge tutto al suo passaggio. Lo slogan, il solito: «Assassini, assassini». Nella Torino che ieri ha ospitato suo malgrado l'adunata anarchica - città simbolo dei processi ad Alfredo Cospito è scoppiato il caos. Bombe carte, petardi, danni ad auto e vetrine. Ed è finita con due agenti feriti, 5 manifestanti arrestati su 33 fermati e portati in Questura, e 160 identificati. I denunciati sono decine, si parla di 34, alcuni per possesso ingiustificato di materiale esplodente e due per possesso ingiustificato di armi. La Digos ha sequestrato mazze, martelli, cesoie, petardi di grosse dimensioni, maschere antigas, caschi, scudi e altro materiale per gli scontri. I due agenti sono un operatore del reparto mobile di Milano colpito da una bomba carta alla gamba e un'operatrice della polizia scientifica ferita da una bottiglia di vetro alla mano. In serata anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana è intervenuto: «Esprimo la più ferma condanna - ha detto - per gli atti di violenza avvenuti a Torino. Agli agenti di Polizia rimasti feriti, ai cittadini e a quanti sono stati danneggiati dalla furia vandalica dei manifestanti giungano le espressioni della mia più sentita solidarietà e vicinanza». In strada erano quasi un migliaio i manifestanti, schierati lungo lo striscione nero: «Al fianco di Alfredo, al fianco di chi lotta». Sono arrivati da tutta Italia. E anche dall'estero: anche da Grecia e Spagna, che ospitano le frange del mondo anarchico considerate più violente. Hanno spaccato tutto quello che hanno trovato, in preda a una follia distruttiva resa ancora più cieca dall'aggravarsi delle condizioni di Alfredo Cospito, il detenuto al 41bis da ormai più di 130 giorni in sciopero della fame. Negozi rimasti chiusi dopo l'invito della questura, ma molte vetrine sono state distrutte. Così la sede della Reale mutua. I manifestanti non hanno avuto remore: con caschi e divisa nera hanno divelto totem pubblicitari e cartelli stradali, per usarli come ariete da scagliare contro la polizia. Diverse le auto prese a mazzate, una delle quali con un tombino in ghisa. L'obelisco simbolo delle leggi Siccardi è stato danneggiato con scritte con vernice spray. Un giorno di caos e devastazioni. Ma già da ieri mattina si respirava una tensione altissima. Il volantino «A fianco di Alfredo, a fianco di chi lotta» era stato tradotto in diverse lingue. E la chiamata «alle armi» è stata pubblicizzata dappertutto e i muri della città, da Vanchiglia a piazza Solferino (da cui è partito il corteo) erano tappezzati di locandine. Della manifestazione si parlava sui canali d'area, sui social, sulle riviste, nelle trasmissioni radio. Il luogo dell'adunata, Torino, non è stato casuale. Qui infatti Cospito rischia l'ergastolo per strage politica. Nel merito: lui e la compagna Anna Beniamino (reclusa a Rebibbia) sono accusati di avere piazzato due ordigni alla caserma allievi carabinieri di Fossano, nel cuneese, nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006. Attentato in cui fortunatamente non ci furono feriti. Anche se le intenzioni erano altre. Il no della Cassazione e le condizioni di Cospito (da poco rientrato in cella dal San Paolo) sono stati usati come pretesti ulteriori. Il dottore che ha visitato l'anarchico ha riferito tramite l'avvocato Flavio Rossi Albertini di aver visto per la prima volta il 55enne «molto stanco e affaticato». Sarebbe arrivato alla visita camminando sulle sue gambe ma, secondo quanto riferisce, «si è subito seduto sul lettino». Il medico ha parlato dell'alimentazione del detenuto.

Oltre ai liquidi, acqua e soprattutto thé, starebbe assumendo due cucchiai di zucchero e un cucchiaino di sale, mentre avrebbe smesso di prendere integratori e vitamine.

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