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Torna l'ossessione Covid. "Ma evitiamo allarmismi"

Contagi in aumento, gli esperti invitano alla calma. Ma c'è chi parla di mascherine a scuola

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Si sperava che la versione Covid 2023, si limitasse all'ultima circolare del ministero della Salute che richiede i tamponi nei pronto soccorso per i pazienti sintomatici e gli asintomatici da ricoverare in reparti assieme a pazienti immunocompromessi. Invece, è bastata la crescita dei casi a causa della nuova sottovariante Eris che ieri è stato già rispolverato il tormentone «mascherina sì, mascherina no» nelle scuole. La provocazione è di Mario Rusconi, presidente provinciale di Roma dell'Associazione nazionale presidi, che lancia la sua proposta a ridosso del suono della campanella in tutte le scuole italiane. «In pochi giorni, tre adulti della mia scuola hanno contratto il Covid - racconta - E oggi siamo ancora tutti all'aperto perché fa caldo. Non oso immaginare cosa possa succedere quando i ragazzi rientreranno nelle aule».

Così lancia il suo «consiglio» a bidelli e professori per «evitare gli assembramenti degli alunni» inoltre, si dice disposto a distribuire mascherine e gel disinfettante soprattutto ai docenti e alunni con fragilità.

Segue invece il motto «Meno consigli e più regole» Antonello Giannelli, presidente nazionale dell'Anp. «Al momento non abbiamo segnali di allerta dice ma siamo sempre pronti a eseguire le indicazioni e a intervenire laddove ci fossero delle indicazioni precise da parte dell'autorità sanitarie competenti».

Ma proprio dai vertici sanitari si invita alla cautela. «Evitiamo allarmismi - avverte il Direttore generale della programmazione del ministero della Salute Francesco Vaia - Abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti. Ma non si può tornare indietro con misure che avevano un senso nel periodo di emergenza. Esiste il senso civico di responsabilità: la mascherina si può mettere se si è sintomatici per difendere gli altri - ha aggiunto - C'è adesso un'immunità ibrida, la storia clinica dimostra che il Covid colpisce le persone più fragili».

Ma quando ci si contagia cosa succede con questa sottovariante Eris? «Gran parte sono infezioni lievi localizzate alle alte vie respiratorie. La malattia per la persona giovane adulta e sana è clinicamente non rilevante spiega Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell'Inmi Spallanzani - Al contrario, nei fragili, grandi anziani e immunodepressi, il Covid rimane un problema. Per questo si dovrebbe passare a un monitoraggio che si concentri sui casi gravi ricoverati in ospedale, non sulle infezioni».

Del resto, la crescita del Covid in vista dell'autunno era attesa e Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, assicura che a fine settembre si riprenderà «il monitoraggio della situazione negli ospedali che abbiamo condotto per due anni». Per lui le mascherine negli ospedali servono come «presidio importante per proteggere i fragili e che sono già una prassi consolidata dove ci sono i malati fragili e ad alto rischio a prescindere dalla natura del virus». Non è un caso che anche la Lombardia ne ribadisca l'uso nelle Rsa e negli reparti.

Del resto, la precauzione è d'obbligo. Trainati dalla variante Eris, i casi di Covid in Italia vedono un balzo del 44% in sette giorni e tornano a superare i 21.000 contagi. Insieme crescono, anche se di poco, ricoveri e decessi tra gli anziani. Una crescita che procede già da alcune settimane e ha portato, nell'arco di due mesi, a veder quadruplicati i contagi. Ma anche se il ministero rileva che la crescita «si mantiene bassa», l'Oms lancia segnali negativi per i «trend preoccupanti di Covid in vista della stagione invernale poiché in tutta Europa aumentano le terapie intensive e i ricoveri». Come rimediare? Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas per la Ricerca e direttore scientifico Humanitas commenta: «C'è una stanchezza vaccinale e in tutto il mondo.

La prossima sfida è l'adesione vaccinale delle categorie a rischio».

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