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Torna la violenza dei No Tav Scudo M5s: non arrestateli

Assalto al cantiere in Valsusa: 20 antagonisti denunciati E il senatore Airola si schiera con loro: «Opera da fermare»

Torna la violenza dei No Tav Scudo M5s: non arrestateli

Da un lato il Movimento 5 Stelle condanna le violenze, dall'altro strizza l'occhio ai duecento manifestanti che in questi giorni - nell'ambito dell'annuale campeggio studentesco nel presidio permanente di Venaus fino al 24 luglio - hanno nuovamente preso d'assalto il cantiere della linea dell'Alta Velocità in Valsusa, in Piemonte. Un gioco sul filo di lana che fa traballare anche il governo, come si evidenzia nelle parole del senatore torinese M5S Alberto Airola, convinto No Tav dal 2004.

Pur condannando le azioni violente («Io sono di base contrario a qualsiasi forma di violenza»), lancia un messaggio al vicepremier leghista Matteo Salvini: «Quanto successo al cantiere di Chiomonte fornisce l'occasione per nuovi arresti, per far partire procedimenti giudiziari e lavori degli avvocati, con il rischio che qualcuno si faccia male tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Non è così che si vince la battaglia contro l'Alta Velocità. A Salvini, che dice che bisogna arrestare i manifestanti, rispondo che bisogna arrestare i lavori». Per Airola il tunnel è «una fregatura per i soldi pubblici e le tasche degli italiani» e più di una volta ha ribadito che un eventuale sì alla Tav, potrebbe far cadere il governo.

E così la linea Torino-Lione, torna ad essere uno dei punti di attrito più forti tra gli alleati di Lega e M5S e dopo gli scontri tra manifestanti e polizia, le due anime del governo, sono emerse di nuovo in tutta la loro diversità.

Intanto a Chiomonte il copione degli antagonisti si ripete identico: dopo essersi concentrati nel campo sportivo di Giaglione, hanno raggiunto attraverso il sentiero gallo-romano, la cancellata metallica rinforzata violando l'ordinanza del Prefetto di Torino. Urlando slogan contro l'opera e le forze dell'ordine, hanno ammassato legname e materiale infiammabile davanti al cancello messo a protezione dell'area boschiva su cui incombe il cantiere e appiccato il fuoco. Le fiamme alte quattro metri hanno rischiato di espandersi verso il bosco e mentre alcuni manifestanti cercavano di sfondare e fare irruzione con un tronco usato come ariete, altri tentavano con un flessibile elettrico di creare un varco nel cancello ma sono stati respinti utilizzando un idrante. Una quindicina di loro hanno iniziato a lanciare pietre, petardi, bombe carta e razzi da segnalazione nautica. Gli agenti della Digos sono riusciti a riconoscere 20 militanti antagonisti, denunciati per violazione del provvedimento prefettizio e, alcuni, anche per accensioni pericolose. Due di questi, una militante catanese e un esponente di Askatasuna, saranno denunciati all'autorità giudiziaria per inottemperanza al foglio di via obbligatorio dal comune di Giaglione.

Invoca il pugno di ferro, il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Chi attacca la polizia e il cantiere della Tav in Valsusa attacca l'Italia: le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l'alta velocità è l'emblema di un paese che vuole andare avanti e non indietro. Nessuna tolleranza per i criminali ha aggiunto - mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici.

Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori».

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