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"Tornano i morti viventi". L'ira M5s corre sul blog

L'ira M5s corre sul blog A differenza del plebiscito su Rousseau, la base si sente tradita e si sfoga in rete

"Tornano i morti viventi". L'ira M5s corre sul blog

Era il Movimento del Vaffa, è diventato il partito della «maggioranza silenziosa». Dimenticate le adunate grillesche del V-Day, per dare il via libera al nuovo governo con il Pd è bastato un clic. In silenzio. Come chi nella Prima Repubblica votava per la Democrazia Cristiana ma aveva una sorta di pudore nell'esternare la propria preferenza politica. Così è stato, almeno stando a guardare i commenti sui social infuocati, per gli attivisti che hanno scelto di votare Sì al quesito posto martedì su Rousseau. A voler fare un altro confronto storico, è accaduto come nei congressi dei tanto vituperati «partiti tradizionali», dove i militanti sono mossi e orientati dalle indicazioni, del tutto legittime anche in questo caso, dei capi corrente e dei vassalli sul territorio. A risultati acquisiti, la situazione l'ha descritta chiaramente Riccardo Ricciardi, deputato stellato vicino a Roberto Fico, schierato per il Sì all'esecutivo giallorosso. Il parlamentare ha raccontato di aver ricevuto un messaggio da un attivista intenzionato a votare No. Ecco il virgolettato riportato da Ricciardi: «Ho voglia ancora di prendere freddo ai banchetti, ho ancora voglia di essere grillino a 360° ho voglia di tornare ad essere MoVimento. Affido a te il mio voto, so con certezza che lo tratterai bene». E la chiosa del deputato: «Questo mi ha scritto chi voleva votare No, poi per fiducia in tutti noi portavoce ha votato Sì». Rousseau: dalla volontà generale alla maggioranza silenziosa, appunto.

Rumorose, invece, sono le proteste degli iscritti che continuano a sbandierare lo slogan «Mai con il Pd». Come appariscente è stato il video messaggio diffuso dall'unico big per il No Gianluigi Paragone. Il senatore ha usato come sottofondo musicale la canzone di Vasco Rossi «C'è chi dice No» e si è beccato pure un rimprovero social da parte del cantante di Zocca. I commenti su Facebook e sul Blog delle Stelle danno l'impressione di una base spaccata, a differenza del plebiscito di Rousseau. Ecco qualche messaggio dal profilo Facebook di Di Maio: «Grazie per il ritorno dei morti viventi», «Complimenti per il ministro della famiglia in coerenza con mai con il partito di Bibbiano», «Vergogna Luigi, la votazione su Rousseau bisognava farla prima e chiedere se fare l'accordo con il Pd. Farla dopo i vostri martellanti inviti per il Sì, ha trasformato il voto in una farsa». E ancora dal Blog: «Questo è il cambiamento? Speranza alla Salute? Guerini alla Difesa? Voi siete semplicemente scemi», «in una parola governa Renzi», «Sono nauseato dalla lista dei ministri che confermano la normalizzazione del Movimento. Dai vaffa al volemose bene è bastato un anno», «Giggino&C. per avidità personale hanno svenduto il Paese agli euroburocrati». Ci sono anche i favorevoli, naturalmente, ma le proporzioni dei commenti non rispecchiano il voto su Rousseau.

Segnale che la pratica degli endorsement, di solito tacitamente vietata dai grillini, ha funzionato. I parlamentari, raccontano alcuni attivisti, si sono mossi con solerzia per inviare messaggi in chat ai loro riferimenti sul territorio. Un deputato pentastellato molto importante ha scritto: «Se andiamo a elezioni perdiamo». Più convincente di così..

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