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Tosi vuole imbarcare Ncd per sgambettare Zaia

Il sindaco di Verona punta a correre da solo contro il governatore: "Frattura insanabile"

Tosi vuole imbarcare Ncd per sgambettare Zaia

Roma - Matteo Salvini ci sta ancora provando a salvare la baracca. «Certi scontri non hanno proprio senso, il nemico è fuori, non dentro la Lega. Chi litiga aiuta Renzi». Ma il Carroccio sta esplodendo: il leghista Flavio Tosi, infatti, è «pronto» a candidarsi alla presidenza della Regione Veneto contro il leghista Luca Zaia, governatore uscente. Margini per una ricomposizione? Strettissimi. Tosi spiega che cercherà una mediazione, però, aggiunge, al momento la «frattura sembra insanabile».

Si va dunque verso un derby interno, una sfida fratricida che rischia di spianare la strada al candidato del centrosinistra. E non è solo un problema di rivalità personale tra le due star del leghismo veneto, la questione è anche politica. Il segretario vuole correre da solo, e soprattutto non vuole avere niente a che fare con Alfano, «che ormai sta con Renzi». Al sindaco di Verona, invece, non piace un partito schiacciato a destra, lepenista e fautore dell'uscita dall'euro. «Chiedete agli imprenditori del Nord - dice in un'intervista alla Stampa - se vogliono tornare alla lira. E non capisco perché escludere Ncd, producendo una rottura pure con Berlusconi».

Tosi ha paura di essere emarginato. Già nel 2008, racconta, doveva essere lui il candidato per il Veneto, «poi non se ne fece niente». E nel 2013 «l'accordo prevedeva Salvini segretario e io a capo del progetto del centrodestra: anche questo buttato nel cestino». È giunta l'ora della rivincita: Forza Italia e Ncd hanno offerto un sostegno alla sua candidatura. «Mi fa piacere, non si può ricostruire il centrodestra mettendo veti a tutti. Per vincere bisogna raccogliere consensi a destra e al centro. Se al Pd contrapponiamo solo un programma di destra e si pensa di andare in splendida solitudine, Renzi resterà a Palazzo Chigi per i prossimi 20 anni».

Resta da capire se la scelta del sindaco è definitiva. «Se non riusciremo a trovare una soluzione ragionevole, prenderò le mie decisioni liberamente». Salvini insomma dovrà faticare. «In un momento di battaglia, non solo economico e sociale ma anche internazionale visto quello che accade in Libia, non c'è tempo per le diatribe interne».

E sperare basti l'appello all'unità: «Dobbiamo confermare il buon lavoro in Veneto e strappare Toscana, Umbria e Marche alla sinistra, mentre chi litiga aiuta Renzi e Alfano».

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