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Toti accelera lo strappo "Facce nuove o lascio"

Il governatore ligure non cede sulle primarie aperte. L'appello di Lupi: «Dividersi non serve»

Toti accelera lo strappo "Facce nuove o lascio"

Roma «Serve un rinnovamento di contenuti, facce e regole». Giovanni Toti continua a spingere sull'acceleratore per ottenere il via libera al suo progetto di primarie aperte, azzeramento della classe dirigente e di una governance che trasformi l'identità di Forza Italia da partito presidenzialista a partito «scalabile».

Con i dirigenti di Forza Italia il dialogo è ancora aperto, ma la possibilità che la prossima riunione del tavolo delle regole, fissata per giovedì prossimo, possa sancire uno strappo definitivo è concreta. E c'è chi dice che novità potrebbero arrivare anche prima e potrebbe esserci una accelerazione tra lunedì o martedì.

Silvio Berlusconi segue l'evolversi della questione regole con un certo distacco. In ogni caso giovedì prossimo saranno tre le proposte su cui discutere. Quella più «rivoluzionaria» del presidente della Liguria e quelle con un approccio più riformista di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. La vicepresidente della Camera ieri è stata al Festival di Giffoni e poi a Bari a incontrare Maria Antonietta Rositani, ricoverata nel Policlinico di Bari, dove è in cura perché vittima, nel marzo scorso, di un'aggressione da parte dell'ex marito, che ha incendiato l'auto su cui si trovava la donna. Nelle sue intenzioni c'è la volontà di presentare un progetto che dia forza alla classe dirigente locale e punti sui territori e sui contenuti. «Forza Italia ha il dovere di garantire rappresentanza a chi non si riconosce in questo governo, a chi non si fida di una Lega che ha dimostrato di tradire il proprio elettorato su temi centrali come tasse, burocrazia, giustizia, imprese. C'è bisogno di un centrodestra in cui l'anima liberale, riformista e popolare possa essere rappresentata al meglio e l'unico partito che può farlo è Forza Italia», le sue parole di ieri.

Mariastella Gelmini, invece, sta definendo un progetto di riforma che mantenga il dna presidenzialista del partito. Quindi sì alle primarie per scegliere un coordinatore unico di Forza Italia con funzioni prettamente organizzative, ma il leader resta Silvio Berlusconi, che continuerà a decidere la linea politica del partito e le candidature alle elezioni, dalle regionali alle politiche. Un testo di stampo presidenzialista, dove vengono riconosciuti, come racconta l'AdnKronos, pieni poteri a Berlusconi, mentre la figura del coordinatore unico avrebbe un ruolo di carattere prevalentemente organizzativo e territoriale. Per evitare brogli e assicurare massima trasparenza, alle primarie di partito, secondo il testo, potranno votare solo coloro che risulteranno iscritti in un registro ad hoc, l'albo degli elettori, e potranno esercitare questo diritto entro una data fissata prima delle consultazioni.

Un appello a tenere unito il partito arriva da Maurizio Lupi. «Questo è il momento di unire e non di dividere e Giovanni è una risorsa importante e fondamentale, e fino all'ultimo il nostro tentativo è di stare insieme» dice alla presentazione del coordinatore genovese di Liguria Popolare, Ubaldo Bonchi. «In caso di primarie aperte siamo interessati a questo percorso. Siamo in un momento di cambiamento radicale della politica. La Lega conta sempre di più e il centro rischia di sparire.

Se la Lega andasse da sola alle elezioni o facesse un'alleanza solo con Fratelli d'Italia, si potrebbe ancora parlare di centrodestra? Direi di no».

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