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Ma Toti e la Lega pensano al partito dei governatori

La strategia dopo l'incontro al Pirellone. E anche Musumeci guarda al progetto

Ma Toti e la Lega pensano al partito dei governatori

Milano - L'invito è molto discreto, come quando si fa sul serio. Ma se Giovanni Toti volesse percorrerla, la strada che lo porta fuori da Forza Italia sarebbe già delineata e tracciata. E avrebbe come sbocco una sorta di «partito dei governatori». Il governatore ligure, in queste ore, è al centro di un particolare attivismo in vista dell'appuntamento che ha convocato per il 6 luglio al teatro Brancaccio a Roma. «Italia in crescita» questo il titolo dell'evento senza simboli di partito. All'operazione guarda con attenzione un certo numero di esponenti forzisti, ma gli stessi promotori garantiscono che nasce dentro e per il movimento azzurro e così la vede - per esempio - il presidente del Consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi, uno dei tre consiglieri che si sono mostrati interessati incontrando Toti tre giorni fa al Pirellone. Ma al progetto guardano anche diverse personalità di un centrodestra «senza casa», che concepiscono «Italia in crescita» come embrione di un soggetto nuovo, una terza gamba sovranista (un «cespuglio», per i detrattori) da affiancare a Lega e Fdi. I contatti proseguono a tutti i livelli e Toti non ha ancora risolto questo margine di incertezza, o di ambiguità, fra le due strade. Dalle parti di via Bellerio, sede della Lega, immaginano una sorta di «braccio civico» di Matteo Salvini, destinato a federare tutti coloro che non vogliono o non possono «diventare leghisti». Ieri il governatore lombardo Attilio Fontana ha presentato i risultati ottenuti alle Comunali della sua lista («Lombardia ideale, Fontana presidente») che vanta successi a Bergamo (8,3%) e Pavia (6,3%). Affiancato dal capogruppo leghista Roberto Anelli, Fontana ha garantito che il laboratorio andrà avanti, dando seguito anche «richieste da altre Regioni». Qualcuno ha evocato una «Liguria Ideale». Il consigliere della «Lista Fontana», Giacomo Cosentino, ha sottolineato: «Siamo aperti al dialogo con tutti».

Intanto, sempre ieri, un altro governatore, il siciliano Nello Musumeci, lo ha ammesso apertamente: «Il dialogo con Toti non è di ieri condividiamo alcune posizioni alcune letture e con questo stato d'animo pensiamo di poterci vedere nei prossimi giorni a Roma per verificare se insieme a noi altri governatori possano ritrovarsi attorno un tavolo per ripensare a un soggetto politico capace di aggregare, fra virgolette, le pecorelle smarrite».

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