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Traffico di rifiuti a Firenze, indagati i "Matteo boys"

Accuse a tre dirigenti dell'azienda pubblica Alia fra cui il supermanager riconfermato da Nardella

Traffico di rifiuti a Firenze, indagati i "Matteo boys"

L'odore di marcio non proviene solamente da Banca Etruria. C'è puzza anche in altri ambienti legati al Giglio magico, i soliti amici degli amici che si spartiscono poltrone in tutta Italia. Altri sei di loro sono finiti nel registro degli indagati. E, trattandosi di marcio appunto, questa volta i problemi nascono dall'azienda che gestisce i rifiuti di mezza Toscana, Alia Spa, 100% pubblica, rifondata fresca fresca il 20 marzo scorso dalle ceneri dell'ex Quadrifoglio e in nemmeno due mesi già finita in procura. L'inchiesta riguarda la gestione dei rifiuti riciclabili: i carabinieri hanno perquisito la sede di Alia a Firenze e sequestrato molta documentazione. Indagati per abuso d'ufficio e traffico illecito di rifiuti, l'ad di Alia, Livio Giannotti, l'ingegner Franco Cristo, responsabile degli impianti di trattamento, il responsabile dell'impianto di San Donnino, due capi turno e una dipendente che gestisce la raccolta e lo smaltimento. Le indagini sono partite da un'altra inchiesta del giugno 2015, per il mancato controllo sui rifiuti metallici raccolti da Quadrifoglio. Tre le persone allora indagate: il presidente e ad di Quadrifoglio, Giorgio Moretti, ancora Livio Giannotti e ancora Franco Cristo.

Tanto per capirci, Alia (presieduta da Paolo Regini, ex di Publiacqua, la società dove Maria Elena Boschi sedeva nel cda) è la quinta azienda d'Italia del settore rifiuti nata in seguito alla fusione di Quadrifoglio, che gestiva la raccolta dei rifiuti a Firenze, Asm di Prato, Publiambiente di Empoli e Cis, di proprietà dei Comuni di Agliana, Montale e Quarrata, tutti in provincia di Pistoia. Serve 49 comuni e un milione e mezzo di abitanti, raccoglie ogni anno 823mila tonnellate di rifiuti, ci lavorano 1.800 dipendenti e ha un fatturato di 225 milioni annui. E quando girano tanti soldi, chissà come mai, c'è sempre di mezzo il Giglio magico.

Livio Giannotti, 61 anni, è il deus ex machina del Pd nel mondo dei rifiuti, l'uomo che i poteri forti toscani hanno voluto a capo del nuovo soggetto che amministra milioni di euro e che dovrà gestire il nuovo inceneritore. Laureato in Economia con Mario Draghi (attuale presidente della Bce), in 20 anni ha accumulato 23 poltrone di alto livello, anche nel cda di Mps, dal 2001 al 2005. C'era già con il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, confermato in Quadrifoglio da Renzi e poi Nardella, per 172mila euro all'anno. «Siamo persone oneste, che fanno bene il loro dovere», replica Giannotti.

Giorgio Moretti, fondatore e ad del gruppo Dedalus, leader in Italia nella produzione di software in ambito sanitario e clinico (dieci sedi, 550 addetti, 50 milioni di fatturato) e proprietario delle esclusive palestre Klab di Firenze. Quando Renzi è diventato sindaco, Moretti è diventato presidente della Quadrifoglio e appare tra i finanziatori della campagna di Matteo del 2009.

Sempre gli stessi nomi.

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