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Tragedia al nido a nove mesi. Muore durante il sonnellino

Sconvolti i genitori. Le educatrici: «Si lamentava lo abbiamo preso in braccio, ma aveva le labbra nere»

Tragedia al nido a nove mesi. Muore durante il sonnellino

Roma Muore a nove mesi durante il riposino. Tragedia in un asilo privato della capitale sotto gli occhi delle operatrici di una scuola d'infanzia. Tutte da chiarire le cause che hanno portato il piccolo al collasso cardio circolatorio. Esclusa qualsiasi ostruzione nelle vie respiratorie. «Si lamentava. L'abbiamo preso in braccio per vedere se era un problema di reflusso gastrico ma aveva già le labbra nere». Una crisi cardiaca? Sotto choc i genitori, accorsi al nido. Marco, un bimbo nato sano il 10 agosto scorso, è morto apparentemente senza un perché nel lettino dell'asilo nido «Pastrocchi e Scarabocchi» di via della Marrana, nel quartiere Appio - Tuscolano. Una morte bianca? Non si direbbe dal racconto fatto dalle operatrici ai sanitari del 118 prima, ai carabinieri dopo. Succede tutto fra le 11 e un quarto e le 11,30 di ieri, quando un'educatrice si accorge che il sonno di Marco è molto agitato. Il piccolo aveva mangiato un omogeneizzato un'ora prima. «Si muoveva e si lamentava durante il pisolino - mette a verbale la donna -. Sembrava avesse un fastidio e quando mi sono avvicinata ho visto che aveva la bocca annerita. Era cianotico». Gli operatori del nido d'infanzia provano a soccorrerlo. Lo sollevano dalla culla, fanno l'impossibile per farlo respirare. Niente da fare. Subito dopo la responsabile della struttura chiede aiuto al 112 e al 118. Dall'ospedale San Giovanni parte un'ambulanza preceduta da un'auto medica. Quando arrivano sul posto, alle 11 e 41, il piccolo non si muove più. Medici e infermieri non si arrendono e praticano tutte le manovre possibili per rianimarlo. Prima con il defibrillatore, poi viene intubato e attaccato al respiratore. Alla fine cedono. «Nessuna ostruzione - spiegano i sanitari -, il tubo entrava e scorreva fluido». I militari della stazione Tuscolana e della compagnia di piazza Dante allertano il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, che dispone l'esame autoptico e apre un fascicolo d'indagine. Disperate le operatrici: «Siamo a dir poco sconvolte - dicono all'uscita della caserma dei carabinieri -. Abbiamo fatto di tutto per salvarlo, non possiamo ancora credere sia accaduto. Era un bambino bellissimo». Un dramma per i due genitori, due professionisti della zona. Il bimbo aveva una sorellina di pochi anni. Da accertare se soffrisse di una malattia congenita di cui nessuno si sarebbe accorto nei suoi pochi mesi di vita. Nel pomeriggio il corpicino è stato trasportato all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Roma La Sapienza. Da un primo esame, esterno, sul corpo del bimbo nessun segno di violenza. «Non abbiamo modo di dubitare sull'operato delle responsabili del nido» spiegano gli inquirenti al termine dell'interrogatorio delle educatrici. Un caso che ha commosso e lasciato senza parole gli stessi operatori del 118 e i carabinieri. Un dramma, quello delle cosiddette morti bianche. Morti che avvengono nei bambini durante i primi 12 mesi di vita e che spesso sono provocate da cause apparentemente inspiegabili. Anche dopo l'autopsia. Secondo gli studi dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia un neonato su mille è colpito da morte bianca. «Negli ultimi 20 anni, grazie alla prevenzione, la sindrome della morte in culla ha fatto registrare un crollo dei casi del 90 per cento» scrive l'Iss. Fra i consigli da seguire: far dormire il bambino sulla schiena, non coprirlo troppo, non esporlo a fumo passivo sia prima che dopo la nascita.

È consigliabile farli dormire su materassi rigidi, non usare cuscini, evitare che le sbarre del lettino superino i 5 centimetri l'una dall'altra.

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