Politica

Il tranviere assassino prova a difendersi: «È stata lei ad accoltellarmi per prima»

La ragazza colpita da quaranta fendenti. Viveva lì da solo due settimane

Paola Fucilieri

Milano Quaranta coltellate sono decisamente un po' troppe per un quarantenne che sostiene di essersi «difeso» rigirando il coltello e «colpendo solo allo stomaco» una ragazza di 19 anni che «per prima» glielo avrebbe puntato contro dopo «un banale litigio». Quaranta coltellate fanno pensare a una belva inferocita e non a un tranviere «casa e lavoro» che aveva «dato ospitalità a una giovane sbandata», reduce da tre aborti e da una bambina mai conosciuta, partorita a soli 16 anni. Una ragazza che, in cambio di una stanza dove dormire, faceva i lavori di casa e le iniezioni contro il diabete proprio all'uomo che poi l'avrebbe uccisa senza pietà. Il 39enne Alessandro Garlaschi, secondo gli inquirenti dopo essere stato rifiutato durante un approccio sessuale, nella notte tra martedì e mercoledì, mentre la moglie dormiva dalla madre, ha letteralmente dilaniato il corpo della ragazza, cercando più tardi, senza riuscirci, di dargli fuoco con dell'alcol pur di sbarazzarsene.

Assume contorni sempre più sconvolgenti, da romanzo horror, l'omicidio di Jessica Valentina Faoro, massacrata nell'abitazione del Ticinese che da una decina di giorni divideva con Garlaschi e la moglie. Chi tra gli investigatori di lungo corso della questura ha visto il cadavere della giovane, si è ricordato delle condizioni in cui era stata ritrovata Alenya Bortolotto, uccisa nel luglio 2002 a 26 anni dal fidanzato Ruggero Jucker, imprenditore ed erede di una importante famiglia svizzero-tedesca: l'uomo, allora 36enne, ammazzò la ragazza sferrandole 40 fendenti con un coltello da sushi, pezzi del fegato vennero ritrovati in giardino.

Jessica, che cercava un po' di tranquillità e invece ha trovato la morte, era figlia di genitori divorziati molti anni fa (anche il padre, ironia della sorte, è tranviere di metrò) e per molto tempo, insieme al fratello minore, era entrata e uscita dalla case famiglia dopo che la madre aveva perso la patria potestà. La donna ieri su Facebook ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato al suo dolore per la perdita della famiglia, mentre sul profilo «Tranvieri di Milano» ha tentato di spiegare a suo modo l'esistenza burrascosa di Jessica, dando la colpa all'ex, ma più tardi ha cancellato il lungo post.

Gli investigatori della Mobile, intanto, non credono alla versione dell'accaduto fornita da Garlaschi, ora in cella con l'accusa di omicidio.

Mentre il legale del tranviere, l'avvocato Angelo Mongelli, si rifiuta per il momento di rilasciare dichiarazioni, si è alleggerita del tutto la posizione della moglie di Garlaschi, Veronica Emanuele, a lungo interrogata dalla polizia per poi scartare del tutto un suo coinvolgimento nei tentativi del marito di liberarsi del cadavere di Jessica Faoro.

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