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Per trasportare l'esercito tornano i treni di guerra

Su indicazione di Ue e Nato, Leonardo e Fs adegueranno i 24mila km della rete italiana al transito dei convogli militari

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Chiamata alle armi per la rete ferroviaria italiana. Su richiesta della Nato e della Ue, l'Italia adeguerà il trasporto ferroviario abilitando rotaie e strade ferrate che normalmente trasportano merci e passeggeri anche alla circolazione degli armamenti militari. Niente più stupore, dunque, all'eventuale passaggio di carri armati nelle nostre stazioni. Il piano sarà concretizzato grazie all'accordo tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) per realizzare un progetto nell'ambito della Military Mobility, un'iniziativa Ue per aumentare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di risorse militari all'interno e all'esterno dell'Europa. Aspetto non secondario: la movimentazione potrà avvenire anche con breve preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, sostenibili e resilienti.

Non solo, questo adeguamento, in corso in tutti i Paesi secondo il Piano d'azione per la mobilità militare 2.0, sarà un passo ulteriore nel tentativo di creare un progetto integrato di difesa europea. D'altra parte, l'Ue dispone di una delle reti ferroviarie più dense al mondo, anche se i sistemi ferroviari nazionali variano da un Stato membro all'altro. Negli anni 1990 è stato avviato un processo volto a migliorare la compatibilità dei sistemi ferroviari nazionali degli Stati membri: lo spazio ferroviario europeo unico. «Dobbiamo assicurarci che quando si verifica una crisi, le forze armate degli Stati membri possano muoversi rapidamente. Che camion e container militari possano attraversare senza problemi i confini della nostra Unione», aveva spiegato l'attuale commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager in occasione dello scoppio della guerra russo-ucraina.

In breve tempo, dunque, i 24mila chilometri di binari che da Nord a Sud collegano la penisola italiana saranno dual-use, cioè infrastrutture che possono essere impiegate sia per attività commerciali e civili, sia per la difesa e la sicurezza. Trasporteranno così all'occorrenza armi, ma anche mezzi militari.

Nell'ambito della collaborazione con Rfi (controllato dalle Fs), Leonardo esprimerà le proprie competenze in termini di tecnologici con il supporto di tecniche avanzate di Intelligenza artificiale su più fronti.

«Le due aziende - dice Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo - potranno contribuire in modo efficace al piano europeo di Military Mobility garantendo un approccio sinergico tra Ue e Nato allo scopo di rafforzare una capacità nazionale autonoma di protezione di infrastrutture critiche e strategiche. Soluzioni di Intelligenza Artificiale unite alle elevatissime capacità di calcolo dell'HPC davinci-1, uno degli asset fondamentali al centro del percorso di digitalizzazione e del piano industriale di Leonardo, assicureranno il massimo delle prestazioni per il processamento di big data e data analysis».

A dimostrazione del grande fermento nei business della difesa italiana, Fincantieri è vicinissima all'acquisto da Leonardo di Wass (Whitehead Alenia sistemi subaquei), la controllata armamenti navali dell'ex Finmeccanica, società di punta nella realizzazione di siluri, sonar e sistemi di difesa subacquei.

Un'operazione da 300 milioni che rafforzerà l'Italia nel settore militare subacqueo, nonché la collaborazione tra l'ad di Leonardo Roberto Cingolani e 'omologo di Fincantieri, Pierroberto Folgiero.

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