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Trasporti pubblici nella Capitale, Marino: "Disagi inaccettabili, l'assessore Improta si dimetta"

Il primo cittadino ha annunciato l'azzeramento del cda di Atac e la ricerca di un partner industriale mantenendo la maggioranza pubblica

Trasporti pubblici nella Capitale, Marino: "Disagi inaccettabili, l'assessore Improta si dimetta"

"Mi scuso con cittadini e turisti per i disagi inaccettabili che si sono verificati nel nostro trasporto locale". A dirlo è il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al termine dell'incontro "operativo" in Campidoglio su trasporti e rifiuti, a cui hanno partecipato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l'assessore regionale ai Trasporti Michele Civita e il direttore generale di Atac Francesco Micheli. Improta non si è presentato.

"Abbiamo una situazione drammatica dei trasporti nella Capitale, per qualità del servizio e tenuta finanziaria", che esige "un immediato cambiamento di rotta e l'ammissione dell'insufficienza del lavoro fatto: chiedo dunque all'assessore Improta di formalizzare le dimissioni annunciate nelle scorse settimane", ha proseguito Marino, ricordando che "al nostro arrivo abbiamo trovato una situazione di bancarotta ma abbiamo deciso di non portare i libri in tribunale: abbiamo tentato un risanamento che però - ha ammesso il sindaco - non è riuscito a migliorare la qualità del servizio".

Subito è arrivata la risposta di Improta:"Sin dal 22 giugno scorso ho manifestato inequivocabilmente e in più occasioni l'intenzione di rassegnare le dimissioni da Assessore alla Mobilità e ai Trasporti di Roma Capitale e, come noto, solo per l'intervento del Presidente del Pd Orfini e dello stesso Sindaco Marino, ho accettato di congelare la situazione - ha affermato l'assessore ai trasporti - senza sottrarmi alle incombenze straordinarie che sono nel frattempo maturate. Il Sindaco Marino - ha proseguito - ha dunque avuto la possibilità di far concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione prima della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato. Spiace altresì - ha concluso - constatare che stia tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell'Assessore e del Consiglio d'Amministrazione di Atac, dimenticandosi le valutazioni che abbiamo condotto in questi mesi e che coinvolgono anche altri livelli istituzionali".

"Ho deciso di cambiare il cda di Atac - ha aggiunto il primo cittadino - e di allontanare tutti i dirigenti responsabili delle inefficienze". "C'è l'impegno della Regione Lazio di trasferire entro il 30 settembre 2015 301 milioni di euro al Comune - ha affermato- come pagamento di vecchi contributi che le destre negli scorsi anni avevano negato".

Tra i nodi da affrontare quello della ferrovia Roma-Lido, gestita da Atac ma di proprietà della Regione, nel caos in questi giorni tra ritardi, caldo soffocante e tensione dei passeggeri contro il personale.

"Insieme a Zingaretti abbiamo deciso che da oggi Comune, Regione e Atac si impegnano a cercare un partner industriale mantenendo la maggioranza pubblica - ha spiegato il primo cittadino -Abbiamo dato mandato all'azienda di scrivere un piano industriale vero e forte per indire la gara - ha aggiunto- in questo modo anticipiamo l'avvio di un processo nazionale che impone di non gestire più il servizio in house a partire dal 2019". "L'unica alternativa era chiudere Atac, portare i libri in tribunale e chiudere l'azienda mettendo a rischio lavoratori e servizio - aggiunge - sarebbe stata la solizione più facile ma penso che così possiamo farcela senza arrivare a una situazione così drammatica".

"È andata molto bene. Si è fatta una panoramica sui trasporti.

Stiamo lavorando, in vista delle scelte che farà il Comune, nel massimo supporto, solidarietà e vicinanza per recuperare una situazione, ereditata dal passato, che non si può scaricare sui cittadini", ha commentato Zingaretti lasciando il Campidoglio.

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