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Tre grillini con la Lega Di Maio la prende male: quanto costano al chilo?

Altri 20 sarebbero pronti alla fuga. L'azzurro Bendinelli con Iv. Calabria, il caso Occhiuto

Tre grillini con la Lega Di Maio la prende male: quanto costano al chilo?

Il Parlamento è un Gran Bazar. Tra cambi di casacca, nuovi gruppi e paura del voto anticipato. Nel M5S la diga si è rotta: la fuga è iniziata con il voto sulla risoluzione al fondo salva-Stati. Il ministro degli Esteri Luigi di Maio alza i toni, provando a fare terrore psicologico: «La Lega ha aperto il mercato delle vacche, tiri fuori anche il listino prezzi e ci dica quanto costa un parlamentare al chilo». Però va precisato che tutti i senatori che oggi traslocano nel centrodestra sono tutti fedelissimi di Di Maio. Ugo Grassi, il senatore eletto ad Avellino, in Campania, è un nome voluto in lista dal capo politico dei Cinque stelle. Grassi annuncia il passaggio ufficiale nella Lega. Di Maio sbrocca e spruzza veleno: «Spiace assistere ai siparietti del professor Ugo Grassi, la cui prolissa oratoria si è rivelata vuota retorica. Ci si aspettava ben altro dal mio corregionale due anni fa, quando gli è stata proposta l'avventura nel Movimento».

Stefano Lucidi, altro senatore che ha salutato il Movimento per passare alla Lega, si lancia in una previsione: «So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo ma non credo che avranno la forza per farlo, quindi non li aspetto». E rimanda a Di Maio le accuse: «Se una forza politica che ha un suo capo politico riconosciuto - passa dal 33 al 15% qualcuno deve prenderne atto». Francesco Urraro, altro senatore grillino voluto personalmente Da Maio, è il terzo che ieri è passato al Carroccio. Alla Camera spunta il nome di Gianfranco Di Sarno (altro pasdaran di Di Mao), assente alla votazione sul Mes, tra i malpancisti: tutti fedelissimi del ministro degli Esteri. Tanto che circola un sospetto: se vi fosse lo zampino di Di Maio? Che starebbe preparando il ritorno da Matteo Salvini.

A Palazzo Madama i riflettori sono accesi su altri due senatori: Raffaele Mautone, eletto nel collegio di Di Maio, e Luigi Di Marzio. Il senatore pomiglianese Mautone ha minacciato di non prendere parte alla votazione sul Mes. Ma è stato convinto in extremis dal suo collaboratore. Di Maio le prova tutte per fermare la fuga. Rilancia la battaglia sul vincolo di mandato, e getta ombre sulle motivazioni dell'addio: «Non si vogliono più tagliare lo stipendio, la regola del secondo mandato pesa». Dal fronte leghista, Salvini gode e ribatte colpo su colpo: «Se c'è qualcuno che ha svenduto la coerenza quelli sono Grillo e di Maio. Da mai con il Pd a viva il Pd, quindi se c'è qualcuno che per salvare la poltrona ha tradito un ideale sono i signori di Maio e Grillo. Se ci sono elettori dei Cinque Stelle che decideranno, anche in Calabria e sono certo saranno tanti, di continuare a dire con coerenza no all'Europa delle banche, e no al Pd partito dei poteri forti, le porte della Lega sono gratuitamente e liberamente aperte».

Il leader del Carroccio sogna la spallata. Ma dovrà tenere gli occhi aperti sul fronte del centrodestra. Sarebbe pronto un gruppo di responsabili per correre in soccorso del governo Conte bis. Un'operazione condotta da Paolo Romani e Gaetano Quagliariello che porterebbe all'uscita di una decina di senatori da Fi. Chi ha già salutato Forza Italia è il parlamentare veneto Davide Bendinelli, passato a Italia Viva.

E minaccia l'addio anche Mario Occhiuto per il caso Calabria: la Lega ha posto un veto sulla candidatura sua e del fratello Roberto alla testa del centrodestra.

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