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Tredici ore di sangue e paura. A El Paso e Dayton 29 morti

Sabato nero, l'America è angosciata. In Texas preso un suprematista, suo un manifesto anti-immigrati

Tredici ore di sangue e paura. A El Paso e Dayton 29 morti

Almeno 29 morti e 56 feriti. È un bilancio da scenario di guerra quello del sabato di sangue che ha sconvolto gli Stati Uniti. Due mattanze avvenute in sole 13 ore - in Texas e Ohio - che hanno trasformato un tranquillo weekend d'estate in un incubo, a pochi giorni da un'altra sparatoria, quella al food festival in California, dove un presunto giovane suprematista ha ucciso tre persone e ne ha ferite 15. A El Paso, Texas, la procura sta indagando sulla strage commessa dal 21enne Patrick Crusius come atto di terrorismo domestico. E il procuratore distrettuale con competenza nella zona ha annunciato che lo stato chiederà la pena di morte.

Il teatro della tragedia, dove sono morte 20 persone e 26 sono rimaste ferite, è stato un affollato supermercato della catena Walmart nella cittadina di confine con il Messico, all'interno del grande centro commerciale Cielo Vista. Il giovane, armato di un fucile d'assalto Ak-47, è entrato poco dopo le 10.30 del mattino di sabato, ora locale, e ha aperto il fuoco sui visitatori, tra i 1000 e i 3000 secondo le ricostruzioni, inclusi tanti bambini. Le autorità stanno indagando su un manifesto non firmato postato online una ventina di minuti prima della sparatoria attribuito a Crusius, in cui si attaccano gli immigrati ispanici.

El Paso, città natale del candidato democratico alla Casa Bianca Beto O'Rourke, è conosciuta soprattutto per le vicende legate ai migranti che cercano di entrare negli Usa dal Messico, e si stima che degli oltre 800mila abitanti, l'83 per cento sia di origine ispanica. Nel documento l'autore afferma di sostenere il killer delle moschee neozelandesi di Christchurch, il suprematista bianco Brenton Tarrant. «Tutto ciò è disgustoso e intollerabile, perseguiremo questo reato come delitto capitale», ha detto il governatore del Texas, Greg Abbott. L'Fbi, invece, ha fatto sapere che sono necessarie ulteriori indagini per verificare se costituisca anche un crimine d'odio. Mentre il 21enne stava rispondendo alle domande degli inquirenti, la Cnn ha rivelato che sugli account social di Crusius ci sono retweet del presidente Donald Trump, post sul muro al confine col Messico, attacchi a esponenti dem come il candidato alle primarie Bernie Sanders e la speaker della Camera Nancy Pelosi.

Ancora si aggiornava il bilancio delle vittime di El Paso quando un'altra mattanza andava in scena nel Midwest, a Dayton, in Ohio: altri nove morti, oltre l'autore del massacro, che è stato ucciso, e 27 feriti. Questa volta preso di mira è stato un bar nel distretto di Oregon, dove si trovano numerosi ristoranti e locali. Il killer è stato identificato come il 24enne bianco Connor Betts e le forze dell'ordine assieme all'Fbi stanno perquisendo la casa di famiglia a Bellbrook, sempre in Ohio, e sono al lavoro per capire il movente della strage. Tra le vittime c'è anche la sorella di Betts, e secondo i media Usa il ragazzo indossava un giubbotto antiproiettile, aveva almeno un'arma automatica e numerose munizioni calibro 223, usate spesso per l'Ar-15, l'arma impiegata più frequentemente nelle sparatoria di massa. Il 24enne ha aperto il fuoco intorno all'una di mattina ora locale mentre si stava dirigendo verso il bar Ned Peppers, ed è stato ucciso in meno di un minuto dai poliziotti che stavano pattugliando la zona. «È stato in grado di uccidere nove persone e ferirne 27 in meno di un minuto - ha commentato il sindaco Nan Whaley -.

Se non ci fossero stati gli agenti con le migliaia di persone che si stavano divertendo durante il sabato sera, pensate a quello che sarebbe potuto accadere».

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