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Dopo trent'anni il Mose ha funzionato Brugnaro: «Sarà simbolo di resilienza»

Tutto ok nelle prove generali delle paratie delle dighe mobili che dovrebbero proteggere la città. Ora bisogna solo ultimarle...

Serenella Bettin

Venezia Fermi tutti. Si alza il Mose. «Un momento storico per Venezia». Così il sindaco lagunare Luigi Brugnaro che ha assistito alla grande prova generale. Quella del sollevamento delle paratoie più grandi del sistema che dovrebbero proteggere una Venezia che ancora asciuga le ferite della marea eccezionale del 12 novembre scorso. Un metro e 87 centimetri. Una città tenuta sotto scacco dall'acqua alta per una settimana.

E a vederlo il Mose, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, fa paura. Un colosso concepito, partorito ma ancora dentro l'incubatrice, per salvare Venezia. E l'opera è innovativa. Lo è tutt'oggi. Figuriamoci quanto lo fosse trent'anni fa, quando venne progettato. Un sistema di dighe mobili, formato da settantotto paratie in metallo, indipendenti tra loro, lunghe fino a ventinove metri, collocate in cassoni di calcestruzzo e piazzate sul fondale delle tre bocche di porto: Lido, Malamocco e Chioggia.

Il Mose si alza e si abbassa. Si abbassa e si rialza. L'altra notte la prova generale alla bocca di porto di Malamocco, la più profonda della laguna con i suoi quattordici metri. Per un canale largo 380 metri. Qui ciascuna delle 19 paratoie presenti è lunga 29 metri e mezzo, larga 20, spessa quattro metri e mezzo per un peso di 350 tonnellate. Sono incernieriate in cinque cassoni da tre paratoie e in due da due in cemento, alti come palazzi di quattro piani.

Insomma, un vero e proprio mostro marino. «Un'opera ingegneristica unica - ha detto Luigi Brugnaro - orgoglio della nostra scienza e tecnologia. Dobbiamo terminare i lavori e metterlo in funzione, sarà il simbolo della resilienza».

Perché il Mose funziona, ci dicono fonti interne all'amministrazione. Basta solo finirlo. Completarlo. Un'opera titanica costata cinque miliardi e mezzo che potrebbe restituire una speranza ai veneziani che temono che le maree eccezionali non siano più dei casi isolati. La prova l'altra sera è stata eseguita tra le 21 e la mezzanotte in modo da arrecare il minor disturbo possibile al traffico portuale e le risposte del test sono state positive. Durante la prova, fa sapere il Consorzio Venezia Nuova, si è potuto riscontrare che la schiera di paratoie, nelle condizioni di moto ondoso in cui è stato eseguito il sollevamento, «ha mostrato un comportamento del tutto simile a quello ottenuto con i modelli fisici in fase di progettazione: una evidente stabilità».

Riguardo alle vibrazioni che erano state riscontrate sulle tubazioni alla barriera di Malamocco il 24 ottobre scorso, «l'ultimo test ha dimostrato che gli interventi eseguiti in questi pochi giorni e la modifica alle procedure hanno risolto la problematica». Insomma test superato.

Ora tutto il mondo attende il resto.

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