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"Troppi morosi in Fi". Consiglieri regionali in testa alla classifica

L'allarme del tesoriere Messina: "Buco di sei milioni di euro". Gli eletti non versano le quote

"Troppi morosi in Fi". Consiglieri regionali in testa alla classifica

Roma - I conti in rosso di Forza Italia sono da tempo sotto la lente di ingrandimento di Silvio Berlusconi e del tesoriere Alfredo Messina. Il pressing per il pagamento degli arretrati delle quote mensili che eurodeputati, parlamentari e consiglieri regionali sarebbero tenuti a versare è partito da tempo. Ma l'operazione di recupero crediti è ancora lontana dal realizzarsi, nonostante i morosi rischino seriamente di non essere più ricandidati visto che più volte è stata annunciata la linea dura.

Dopo l'abolizione del finanziamento pubblico e i limiti posti dalla legge a un intervento diretto di ripianamento da parte dello stesso Berlusconi è assolutamente necessaria una condivisione dei carichi pendenti. Ciononostante - secondo quanto rivela l'agenzia AdnKronos - la situazione sarebbe ancora in fase di stallo con un buco nelle casse azzurre dovuto agli insolventi che avrebbe raggiunto quota 6 milioni euro.

Nell'ultimo bilancio forzista, quello relativo al 2016, nella relazione gestionale scritta proprio da Messina, si sottolinea come rispetto al precedente esercizio finanziario sia in calo (di circa il 28%) il contributo di deputati e senatori (389mila euro) e quello dei privati (cosiddette persone fisiche) pari a 882mila 657 euro, mentre è crollato l'apporto dei consiglieri regionali, contabilizzato in 44mila euro e ridotto addirittura di quasi l'85%. In diminuzione, anche se di poco (3009 euro rispetto al 2015), pure le cosiddette quote associative, che ammontano complessivamente a 453mila 694 euro. Sono «lievemente aumentati», invece, i versamenti «da persone giuridiche» (imprese in primis) e «da partiti», stimati in 281mila 516 euro.

«Nel 2016 il nostro Movimento - avverte Messina - ha continuato ad operare in condizioni di grandi difficoltà di carattere finanziario», tra atti di pignoramenti promossi da diversi fornitori e drastica riduzione del personale dipendente per mancanza di fondi. Rispetto al 2015, denuncia l'amministratore unico forzista nella relazione «si è verificata una generale riduzione degli incassi». Con una serie di circolari emanate nei mesi scorsi il tesoriere forzista si è raccomandato di pagare le quote inevase, pregresse e correnti, ovvero l'una tantum annuale di mille euro (per parlamentari e consiglieri regionali), il contributo mensile di 800 euro al mese per deputati e senatori, più i 25 mila euro per la campagna elettorale delle ultime politiche del 2013. La maggior parte degli avvisi a mettersi in regola, però, è caduta nel vuoto. E anche tra gli europarlamentari ci sarebbero diversi esponenti in forte ritardo sui pagamenti.

L'amministratore unico di Forza Italia invita a puntare sulla raccolta del 2Xmille dell'Irpef, sul fund raising e sul rilancio sul territorio del partito nella speranza di aumentare anche il numero degli iscritti. In aggiunta, «le iniziative di autofinanziamento dovranno opportunamente riprendere slancio». «Ancora una volta - scrive il tesoriere - aspettative concrete provengono dalla raccolta delle quote associative provenienti dai nostri simpatizzanti dalla quale si attendono maggiori introiti rispetto al 2016».

Non manca poi, un nuovo appello ai cattivi pagatori: «Un grande sforzo si sta compiendo nel 2017 teso al recupero di quei versamenti che dai parlamentari e numerosi consiglieri regionali diverse volte hanno ritardato o omesso di effettuare».

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