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Troppi precari a scuola, alt di Bruxelles

Sono arrivati a 126mila: "Indegno per uno Stato membro"

Troppi precari a scuola, alt di Bruxelles

Roma - L'Italia dell'istruzione precaria. Nella scuola aumenta il numero degli insegnanti con i contratti a tempo determinato. Erano 100mila nello scorso anno scolastico; addirittura 126mila nell'anno in corso e sicuramente saranno oltre 100mila nel prossimo. Eppure proprio nel 2018 si concluderà quello che doveva essere il triennio della riscossa per il mondo della scuola con l'eliminazione della «supplentite» promessa dall'ex premier Matteo Renzi. La crescita del precariato è il segno più evidente, davvero il manifesto, della sconfitta della Buona Scuola e la prova tangibile che ad essere in errore era l'impostazione stessa di quella riforma. Ancora una volta per la scuola le scelte sono state quantitative e mai qualitative. Le immissioni in ruolo volute dal governo Renzi (comunque poco più della metà di quelle inizialmente promesse) e poi le assegnazioni e i trasferimenti sono stati attuati senza alcun criterio di programmazione rispetto alle reali necessità della scuola ed il risultato non poteva che essere quello di un macroscopico fallimento che oltretutto è costato al nostro paese l'ennesima reprimenda da parte di Bruxelles. Cecilia Wilkström, presidente della Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, ha definito l'abuso dei contratti a tempo determinato da parte dell'Italia un comportamento «non degno di uno Stato membro dell'Unione europea». Il governo italiano entro il prossimo autunno dovrà presentarsi al Parlamento Ue spiegando le motivazioni della crescita del precariato e illustrando anche le misure che intende prendere per correre ai ripari.

Il precariato pesa come un macigno sul futuro della scuola ma anche del paese visto che la direttiva europea impone l'assunzione dopo 36 mesi di lavoro continuativo e sono già migliaia le cause intentate da docenti precari e vinte con costi enormi per lo Stato.

Le immissioni in ruolo previste nel prossimo anno scolastico sono circa 35mila. Si libereranno per i pensionamenti circa 25mila posti oltre ai 10mila conseguenti al passaggio da organico di fatto a quello di diritto. Anche se su quest'ultima cifra ci sono pareri discorsi perché per il ministro Valeria Fedeli sarebbero 25mila le cattedre disponibili. Una differenza che non pesa troppo rispetto ai bisogni della copertura ovvero i previsti 100mila contratti a termine.

Il risultato finale, attacca Marcello Pacifico presidente nazionale Anief e segretario Cisal saranno «le supplenze annuali a go go, come da triste tradizione italica: un docente su sette della scuola pubblica resta precario».

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