Cronache

Truffa a ex manager e pensionati d'oro Vittime anche Bonanni, Ciucci e Sarmi

Rubavano le identità vip per accendere mutui e ottenere prestiti

Truffa a ex manager e pensionati d'oro Vittime anche Bonanni, Ciucci e Sarmi

Stefano Vladovich

Roma Truffa ai top manager d'Italia. Sottraevano le identità dei pensionati d'oro e trasferivano denaro sui loro conti, accendevano mutui, ottenevano prestiti. Cinque persone arrestate, fra queste un dipendente dell'Inps e un impiegato comunale, le «talpe».

Non è un caso se i carabinieri di San Lorenzo in Lucina, Roma centro, l'hanno chiamata operazione Robin Hood. Fra le vittime Vito Alfonso Gamberale, ex ad di Tim e del gruppo Benetton, una pensione da 24mila euro al mese, Massimo Sarmi, ex dirigente della concessionaria autostradale della Lombardia e di Poste italiane, Raffaele Bonanni, ex segretario generale della Cisl. Derubato anche Mauro Sentinelli, tra i più facoltosi finiti nelle rete dei truffatori. L'ex manager Tim, ideatore della carta preparata Tim Card, intasca 91mila euro al mese ed è l'uomo in cima alla top ten delle pensioni da mille e una notte. È il primo a finire nel mirino della banda. Colpito anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, Pietro Ciucci, ex direttore dell'Iri, direttore Anas ed ex manager Benetton, Giorgio Zappa, direttore generale di Finmeccanica.

Infine Germano Fanelli, ex manager e al quarto posto dei pensionati più ricchi d'Italia con un rateo mensile da 46mila euro. Arrestati Luigi Pisano, 71 anni, Mirko Pisano, 39 anni, Antonio Cirilli, un funzionario Inps della sede di Roma Casilino, 66 anni, morto nei giorni scorsi ai domiciliari per motivi di salute e Sandro Gangale, 64 anni, funzionario comunale dell'VIII Municipio. Semplice il sistema escogitato. Individuate le vittime, i primi tre personaggi chiedono a Gangale di «rubare» le identità di ignari cittadini per falsificare i loro documenti. Ogni carta d'identità sottratta, spiegano al telefono, 100 euro di guadagno per l'impiegato infedele. Al funzionario Inps, invece, chiedono di entrare nella banca dati dell'Istituto di previdenza e di sottrarre i modelli pensionistici, i Cud e gli statini paga.

Una volta in possesso dei dati, contraffatti i documenti, si presentano a un Caf e chiedono l'aggiornamento dei dati bancari del pensionato. Ovvero cambiano il vecchio Iban cui viene erogata la pensione con uno intestato alla banda. In alcuni casi si presentano agli uffici postali e aprono conti correnti su cui riversare, fatte le debite modifiche bancarie, le pensioni delle vittime.

Il primo ad accorgersi che qualcosa non quadra è Vito Gamberale. Ai primi del mese di febbraio Mister Tim si rende conto che il rateo da ben 24mila euro di pensione non gli è stato ancora accreditato sul proprio conto bancario.

Chiede spiegazioni all'Inps e il vice direttore generale scopre che le coordinate del conto su cui accreditare la somma mensile sono variate. Il denaro di Gamberale è finito su un conto corrente aperto, a suo nome, in una filiale della tedesca City Bank.

Ed era sempre De Simone a fornire dall'interno dell'Inps, i dati di Gamberale utilizzati da Luigi Pisano per il «dirottamento» dei fondi.

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