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Trump, caccia alla talpa. Ci sono dodici sospetti

"I giornalisti investigativi del Times indagheranno su se stessi, su chi è l'autore anonimo dell'editoriale?"

Trump, caccia alla talpa. Ci sono dodici sospetti

New York Tutti gli uomini del presidente. Uno a uno, i membri dell'amministrazione di Donald Trump (nella foto) si stanno chiamando fuori, dichiarandosi estranei alla lettera anonima pubblicata sulle pagine del New York Times che svela una ipotetica «resistenza interna» per contenere le azioni del Commander in Chief. Dal vicepresidente Mike Pence al segretario di stato Mike Pompeo, passando per l'ambasciatrice all'Onu Nikki Haley fino al direttore dell'Fbi Christopher Wray e al consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton. Secondo una fonte dello stesso Nyt la Casa Bianca avrebbe una lista di dodici sospette gole profonde.

Intanto il tycoon torna a chiedere al quotidiano della City, su Twitter, di rivelare chi è la talpa: «I giornalisti investigativi del Times indagheranno su se stessi, su chi è l'autore anonimo dell'editoriale?». In un'intervista a Fox News ribadisce come la decisione del giornale di pubblicare l'intervento del presunto alto funzionario della sua amministrazione possa essere UN «tradimento», e precisa che la lettera è «molto ingiusta» perché l'autore è anonimo e questo rende difficile screditarlo. Poi fa un ulteriore passo avanti: mentre si trova a bordo dell'Air Force One, secondo i media Usa, dice di volere che il ministro della Giustizia Jeff Sessions indaghi sull'identità della talpa per una questione di sicurezza nazionale, e il governo «sta valutando» un'azione legale contro il Times. Singolare la proposta del senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul: usare la macchina della verità, visto che essa è usata «in modo ordinario per gli agenti della Cia e dell'Fbi». Un'altra opzione menzionata da persone vicine a The Donald sarebbe invece quella di far firmare agli alti funzionari dichiarazioni giurate, che potrebbero essere utilizzate in tribunale se necessario.

La senatrice dem Elizabeth Warren, potenziale candidata a Usa 2020, invoca apertamente il 25° emendamento - menzionato anche nella lettera pubblicata dal Nyt - che consente la rimozione di Trump. «Se alti dirigenti dell'amministrazione pensano che il presidente non sia in grado di fare il suo lavoro, allora dovrebbero invocare il 25° emendamento», chiosa. «La costituzione prevede una procedura nel caso il vice presidente e alti dirigenti pensino che il Commander in Chief non possa fare il suo lavoro - ricorda -. Non prevede che questi girino intorno a lui, tolgano documenti dalla sua scrivania, scrivano editoriali anonimi... Ciascuno di questi membri ha giurato per sostenere la Costituzione. È tempo che facciano il loro lavoro». E sullo spettro dell'impeachment Trump avverte la sua base, in vista delle elezioni di Midterm, che se verrà messo in stato di accusa la colpa sarà di chi non è andato alle urne.

«Sarà colpa vostra - spiega durante un comizio in Montana - perché non siete andati a votare».

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