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Trump castiga l'Iran e frena Israele

«Con Teheran non sarò gentile, a Gerusalemme stop insediamenti». E Al Qaida minaccia

Trump castiga l'Iran e frena Israele

New York - Pugno duro contro l'Iran e schiaffo a Israele. E poi le minacce di Al Qaida che si fa viva con un comunicato riportato dal Washington Post: «Il presidente Donald Trump è un'incosciente e ha accesso la fiamma della jihad». E non solo: l'impegno a sradicare l'Isis «mostra chiaramente che la minaccia non è diretta solo ai militanti islamici, ma a tutti i musulmani». É la prima minaccia jihadista a Donald Trump che poche ore prima era già entrato a gamba tesa sull'ostico terreno del Medio Oriente, con l'annuncio di nuove sanzioni a Teheran e la critica agli insediamenti che ostacolano la pace nel processo di pace israelo-palestinese. Il presidente americano ha accusato su Twitter la Repubblica Islamica di «giocare col fuoco»: «Non apprezzano quanto sia stato gentile il presidente Obama con loro. Io non lo sarò!» ha scritto. Poco dopo, il Dipartimento del Tesoro ha annunciato nuove misure restrittive in seguito al recente test missilistico dell'Iran. Nel mirino del governo Usa sono finite 12 entità e 13 individui: alcuni coinvolti nello sviluppo del programma missilistico, e accusati di contribuire alla proliferazione di armamenti di distruzione di massa, altri sospettati di presunti legami il terrorismo. Il Tesoro ha fatto sapere che le sanzioni sono coerenti con le linee guida dell'accordo sul nucleare, e alti funzionari dell'amministrazione Trump hanno precisato che gli Stati Uniti continueranno a «lavorare positivamente con l'Iran se manterrà gli impegni» stabiliti nell'accordo, ma «contrasterà aggressivamente le sue attività di terrorismo». Immediata la reazione del ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif: Teheran «è indifferente alle minacce provenienti dall'estero, perché la sicurezza deriva dal suo stesso popolo» ha tuonato su Twitter. «Non riusciremo mai a cominciare una guerra, ma useremo le nostre armi solo per difenderci» ha continuato Zarif . E in risposta alle ultime decisioni del tycoon, l'Iran ha deciso di vietare l'ingresso alla squadra di lotta Usa per la Coppa del mondo del il 16 e 17 febbraio nella città di Kermanshah. La Banca Centrale iraniana invece, sta lavorando per abolire l'uso del dollaro come moneta di riferimento nelle transazioni internazionali a partire dal 21 marzo.

La sorpresa maggiore, però, è stata l'ultima mossa di Trump su Israele. «La costruzione di nuovi insediamenti o l'ampliamento di quelli esistenti al di là degli attuali confini potrebbe non aiutare il raggiungimento» della pace con i palestinesi, si legge in un comunicato ufficiale della Casa Bianca, che ha però tenuto a precisare come il presidente «non abbia preso alcuna posizione ufficiale». In una dichiarazione al Jerusalem Post, però, Pennsylvania Avenue ha anche chiesto «a tutte le parti» di non intraprendere «azioni unilaterali che potrebbero mettere a rischio la capacità di fare progressi» verso la pace, «inclusi annunci su insediamenti». Il Commander in Chief, comunque, intende discutere la questione con il premier Benjamin Netanyahu nel corso della sua visita a Washington, nelle prossime settimane. E nelle ultime ore alle Nazioni Unite, l'amministrazione Trump è intervenuta anche sul fronte dei rapporti con la Russia.

L'ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro Nikki Haley, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina, ha affermato che le sanzioni a Mosca per l'annessione della Crimea rimarranno in vigore sino a quando non verrà posta fine all'occupazione.

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