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Tra Trump e la magistratura è guerra all'ultima sentenza

Un giudice gli blocca il piano per il muro, un altro lo insulta sui social. Ed è stop pure per le leggi sull'aborto

Tra Trump e la magistratura è guerra all'ultima sentenza

New York È di nuovo fuoco incrociato tra Donald Trump e la magistratura americana. Che tra il presidente e una parte dei giudici Usa non corresse buon sangue non è una novità, visto che più volte il tycoon li ha accusati pubblicamente di essere politicizzati. E per tutta risposta l'anno scorso l'inquilino della Casa Bianca ha ricevuto un monito (rarissimo) dal giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, il quale lo ha invitato a rispettare l'indipendenza dei magistrati, dopo che The Donald aveva attaccato il titolare della corte distrettuale di San Francisco che aveva bloccato la stretta sul diritto di asilo dei migranti definendolo «un giudice di Obama».

Venerdì sera, un nuovo schiaffo al presidente è arrivato da un giudice federale del Northern District della California, che ha bloccato parzialmente il suo piano per costruire l'agognato muro al confine con il Messico, utilizzando un miliardo di dollari di fondi del dipartimento della Difesa. Il giudice Haywood Gilliam ha emesso una sentenza di 56 pagine limitando alcuni progetti in aree specifiche per la barriera in Texas e Arizona, affermando che Trump non poteva erogare i fondi senza l'approvazione del Congresso. La decisione non vieta all'amministrazione Usa di utilizzare denaro proveniente da altre fonti, ma rappresenta un'ennesima battuta d'arresto su uno dei cavalli di battaglia del tycoon, a tre mesi da quando ha dichiarato un'emergenza nazionale per sbloccare miliardi di dollari in fondi federali per la costruzione del muro. Mossa che ha provocato una serie di cause legali in tutto il paese. Il giudice californiano ha accolto la richiesta alcuni gruppi di attivisti - American Civil Liberties Union a nome dei querelanti, il gruppo Sierra Club e il Southern Border Communities Coalition - che hanno fatto ricorso giudicando incostituzionale la dichiarazione di emergenza nazionale.

Nella causa hanno affermato che Trump ha oltrepassato la sua autorità per accelerare la costruzione del muro, sostenendo inoltre che la costruzione della barriera avrebbe un impatto negativo sull'ambiente e sulle comunità lungo il confine. In Utah, invece, un magistrato è stato sospeso perché ha criticato il Commander in Chief. Michael Kwan, in carica al tribunale di Taylorsville da oltre vent'anni, è stato sospeso dalla Corte Suprema dello stato Usa per sei mesi a causa dei commenti denigratori che ha fatto su Trump sia online che in aula. Kwan ha iniziato a pubblicare frasi offensive sul tycoon già quando era candidato alle presidenziali, e ha proseguito dopo la sua elezione, accusando di «incapacità di governare e incompetenza politica». Poi ha parlato di «presa di potere fascista», dicendo che i repubblicani in Congresso sarebbero stati il «Reichstag americano».

Intanto in Mississippi c'è stata una battuta d'arresto sulle ultime leggi anti-aborto, già adottate in alcuni stati Usa tra cui Alabama e Missouri. Un giudice federale ha bloccato temporaneamente una norma sull'interruzione di gravidanza in Mississippi che proibiva l'aborto dopo la scoperta del battito cardiaco fetale, circa alla sesta settimana.

Il giudice ha spiegato che la legge «mette in pericolo i diritti delle donne e impedisce la loro libera scelta, soprattutto considerando che la maggior parte non cerca di abortire prima delle sei settimane».

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