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Trump, un non-intellettuale che ha colto il senso del tempo

"Demonizzarlo non serve: non aiuta a capire il fenomeno"

Trump, un non-intellettuale che ha colto il senso del tempo

La vicenda personale e politica di Donald Trump è ancora un libro aperto che, quasi ogni giorno, riserva nuovi colpi di scena. A qualcuno la maniera in cui sta conducendo la presidenza appare oscena o, nel migliore dei giudizi, inadeguata. L'idea di mandare la figlia, in rappresentanza degli Stati Uniti, al tavolo conclusivo del recente vertice dei G20 di Amburgo è apparsa offensiva nei confronti dei capi di Stato e interlocutori internazionali, anche se era stata avallata dalla padrone di casa, la cancelliera Merkel.

Se guardiamo al suo programma elettorale, per ora Trump ha portato a casa ben pochi risultati. L'abolizione dell'Obamacare impantanata nelle secche del Congresso, la politica internazionale che oscilla tra le calorose strette di mano con Putin e la linea antirussa imposta dal Congresso, il grande taglio delle tasse rimasto un annuncio. Bisogna anche dire che non tutto ciò che viene raccontato dai media che gli sono antropologicamente ostili - giornalisti ancora lividi per la sconfitta della loro beniamina Hillary - corrisponde al vero. Il tema delle fake news, per esempio, ha una doppia lettura: ci sono, è indubitabile, le «bufale», le false notizie che circolano senza controllo in Rete ma c'è anche, altrettanto evidente, la progressiva e inarrestabile perdita di professionalità dei media tradizionali, sempre più tifosi, legati all'establishment che li remunera e di cui tutelano gli interessi (...)

L'impressione è che l'accanimento quotidiano contro Trump, la sottolineatura di comportamenti magari ascrivibili a scarsa eleganza ma comuni a tanti, faccia perdere di credibilità alle critiche serie che gli si possono rivolgere(...)

Ha osservato in proposito il filosofo Corrado Ocone: «Ho sempre pensato che Donald Trump, con la sua maschera improbabile e il suo stile tra il goffo e il provocatorio, non potesse essere liquidato come un semplice incidente di percorso della democrazia americana.

E che non solo egli fosse la risposta sbagliata a domande spesso serie e ben poste, ma che anche molte delle sue risposte, fatta la tara della guasconeria e della semplificazione, fossero corrette e ineccepibili in una normale dialettica democratica».

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