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Trump pronto a testimoniare: "Processo bufala ma ci penso"

Il presidente definisce le regole dell'indagine "truccate" eppure dice che prenderà in considerazione l'opzione

Trump pronto a testimoniare: "Processo bufala ma ci penso"

New York - Donald Trump potrebbe testimoniare in prima persona nell'indagine sull'ipotesi di impeachment che sta monopolizzando l'attenzione politica americana. Il presidente è pronto a sfidare i democratici e apre alla possibilità di una sua deposizione alla Camera nell'ambito dell'inchiesta, dopo che la speaker Nancy Pelosi, una delle più acerrime nemiche del tycoon, ha avanzato provocatoriamente la proposta. «Prenderò in seria considerazione» di testimoniare, scrive Trump su Twitter: «Mi piace l'idea».

«La nostra pazza speaker della Camera, la nervosa Nancy Pelosi, pietrificata dalla sinistra radicale, ha suggerito una mia audizione nell'ambito della caccia alle streghe dell'impeachment - afferma il Commander in Chief - Ha detto che potrei farlo anche per iscritto. Benché non abbia fatto nulla di sbagliato, e non mi piaccia dare credibilità a questo processo bufala, mi piace l'idea e la prenderò in seria considerazione». Quindi, ribadisce che le regole dell'inchiesta sono state «truccate» da Pelosi e dal capo della commissione intelligence della Camera - quella responsabile dell'indagine sull'impeachment - Adam Schiff. A mettere sul tavolo l'idea della testimonianza di Trump è stata la speaker, la quale in un'intervista a Cbs durante il fine settimana ha spiegato come il presidente, «se vuole», può spiegare direttamente la sua posizione alla commissione intelligence. Cogliendo anche l'occasione per ribadire il suo impegno a proteggere la talpa che ha denunciato la telefonata fra Trump e il neo leader ucraino Volodymyr Zelensky: «Mi assicurerò che non intimidisca» l'informatore.

Intanto, Trump sfoga la sua ira anche con il segretario di stato Mike Pompeo, uno dei suoi più stretti alleati, colpevole agli occhi del presidente di non aver fatto abbastanza per bloccare le deposizioni dei funzionari di Foggy Bottom. Diversi media riportano lo screzio tra il presidente e il titolare della diplomazia Usa, parlando di un tycoon furioso verso Pompeo a cui, durante una colazione di lavoro alla Casa Bianca del 29 ottobre, avrebbe rinfacciato di essere responsabile della scelta di funzionari che con le loro testimonianze ora minacciano di affossare la sua presidenza. In particolare, gli avrebbe dato la colpa per la nomina ad ambasciatore in Ucraina di Bill Taylor, che con la sua deposizione ha fornito alcuni dei dettagli più dannosi per la posizione del Commander in Chief. E in particolare sugli sforzi di Pennsylvania Avenue di spingere Kiev a indagare su uno dei suoi potenziali rivali alle elezioni del 2020, l'ex numero due di Barack Obama Joe Biden, e suo figlio Hunter. Ma Trump nei giorni scorsi ha attaccato anche Jennifer Williams, l'assistente per la politica estera del vice presidente Mike Pence, per la sua testimonianza alla Camera. «Dite a Jennifer Williams, chiunque sia, di leggere le trascrizioni delle telefonate e le dichiarazioni rilasciate dall'Ucraina - ha scritto su Twitter - poi dovrebbe incontrarsi con gli altri Never Trumpers, che non conosco e non ho quasi mai sentito, e lavorare ad un miglior attacco presidenziale».

Williams, durante la sua audizione, ha definito «inusuale e inappropriata» la conversazione telefonica fra Trump e Zelensky del 25 luglio scorso. Intanto proprio Pompeo, a proposito degli insediamenti di Israele in Cisgiordania, a nome degli Usa dice: non li consideriamo più in violazione del diritto internazionale

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