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Trump spara a zero sulla Cina. Ma sull'Iran l'Europa lo frena

Il presidente accusa Pechino di interferenze sul voto di Midterm. Macron: «No a sanzioni contro Teheran»

Trump spara a zero sulla Cina. Ma sull'Iran l'Europa lo frena

Donald Trump senza freni al suo esordio in Consiglio di Sicurezza Onu: il presidente americano torna ad attaccare l'Iran e spara a zero contro la Cina, affermando che «sta interferendo sulle elezioni» di Midterm. Su Teheran il tycoon rincara la dose dopo le accuse lanciate martedì dal palco dell'Assemblea Generale, tentando di isolare la Repubblica Islamica che a suo parere diffonde il caos, elogiando le «azioni audaci» della sua amministrazione nell'affrontare «minacce sinistre». «Non dobbiamo mai permettere che un regime come quello dell'Iran abbia armi nucleari», tuona. «Chi aggira le sanzioni subirà serie conseguenze».

Trump definisce ancora una volta l'accordo sul nucleare «orribile, unilaterale», «ha dato al regime un'ancora di salvezza in denaro quando gli serviva di più». E lancia un monito al Vecchio Continente. «Spero che l'Europa si comporti molto bene - dice a chi gli chiedeva di commentare i tentativi dell'Ue per bypassare le misure restrittive - Vedremo...». Teheran «esporta violenza, terrore e turbolenze», prosegue, sostenendo che «la carneficina provocata dal regime in Siria è possibile perché Russia e Iran lo permettono». Per il presidente iraniano Hassan Rohani, al contrario, «alla riunione in Consiglio di Sicurezza è diventato chiaro che l'America è isolata, tutti i Paesi hanno sostenuto l'intesa sul nucleare direttamente o indirettamente, indicando il ritiro degli Usa come un'azione scorretta». «Gli Usa torneranno indietro - prosegue parlando con la stampa a margine dei lavori all'Onu - Il ritiro degli Stati Uniti non aiuta gli americani, non aiuta gli iraniani e neppure l'Europa».

Durante la riunione, in effetti, sono emerse numerose divisioni tra Washington e gli alleati chiave sul dossier, a partire da Parigi. «La questione dell'Iran non si risolve con una politica di sanzioni e di isolamento», chiosa il presidente francese Emmanuel Macron. «Non sono d'accordo sul metodo seguito da Trump. Quello che serve è una strategia comune di lungo termine che garantisca la stabilità della regione, e le basi per nuovi negoziati ci sono» continua, sottolineando come finora la Repubblica Islamica abbia «rispettato tutte le disposizioni dell'accordo sul nucleare». Macron lancia poi un appello al presidente americano Trump, dicendo che sui temi che in questa fase dividono le potenze occidentali, incluso il nucleare iraniano, «dobbiamo restare uniti».

Nel corso della sua «prima» in Consiglio di Sicurezza Trump punta anche il dito contro la Cina, dicendo che il Dragone «purtroppo sta interferendo nelle imminenti elezioni americane» di metà mandato, che si terranno all'inizio di novembre. Si tratta di una rappresaglia, a suo parere, contro le politiche commerciali della Casa Bianca e la sua strategia sui dazi. «Non vogliono che io vinca perché sono il primo presidente di sempre che sfida la Cina sul commercio, e perché stiamo vincendo sul commercio - spiega - Ma non permetteremo che si intromettano nel voto». Lasciando il Palazzo di Vetro, a chi gli chiede se ha delle prove, The Donald risponde: «Ho un sacco di prove». Le sue parole suscitano l'immediata reazione da parte di Pechino: la Cina «non interferisce e non interferirà» con le elezioni americane del 2018, dice in Consiglio di Sicurezza il ministro degli esteri, Wang Yi.

Quelle del presidente americano sono «accuse ingiustificate che respingiamo con forza», prosegue, ribadendo che la Cina ha una politica di non interferenza negli affari interni degli altri Paesi.

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