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Trump sui luoghi delle stragi tra fischi, applausi e sparate

Il presidente e Melania visitano feriti e soccorritori Anche Beto si unisce ai manifestanti e lo attacca

Trump sui luoghi delle stragi tra fischi, applausi e sparate

Le sparatorie dello scorso fine settimana in Ohio e Texas, in cui sono morte almeno 31 persone e oltre 50 sono rimaste ferite, non sono riuscite a unire l'America. Il presidente Donald Trump e la first lady Melania hanno visitato ieri Dayton ed El Paso, e in entrambe le città hanno trovato ad accoglierli supporto e proteste. Trump e la moglie hanno incontrato i primi soccorritori, le forze dell'ordine, si sono recati negli ospedali dove sono ricoverati alcuni dei feriti per confortare le comunità colpite dalle ennesime stragi di massa. A Dayton, ma soprattutto a El Paso, ad accoglierli c'erano però non solo sostenitori, ma anche numerosi critici. Se i fan lo hanno salutato al grido «Dio benedica Trump, Dio benedica l'America», i manifestanti mostravano cartelli con la scritta «fai qualcosa», «niente armi», «salva i nostri ragazzi». La contestazione è stata dura soprattutto nella città texana (a maggioranza ispanica) al confine col Messico, dove in centinaia si sono riversati in strada per manifestare la propria frustrazione con un messaggio chiaro rivolto al presidente: «Non sei il benvenuto». A loro si è unito anche il candidato dem alla Casa Bianca Beto O'Rourke, originario proprio di El Paso, che ha accusato Trump di aver contribuito con la sua retorica anti-immigrati a creare il clima della strage. «Stia zitto», gli ha risposto il tycoon su Twitter. Dure critiche sono giunte anche dall'ex vice presidente Joe Biden, per cui The Donald «ha alimentato le fiamme del suprematismo bianco nel nostro paese». Il Commander in Chief da parte sua ha fatto sapere di essere «preoccupato per l'ascesa di qualsiasi gruppo che incita all'odio». In mattinata, Trump aveva già affrontato le polemiche: «I miei critici sono politici, in molti casi in corsa per la presidenza, e con percentuali molto basse nei sondaggi - ha detto - Sono persone che cercano un guadagno politico, ma non penso ne stiano ricavando qualcosa, e io cerco di starne fuori il più possibile». «A Dayton il killer era una persona che sosteneva Bernie Sanders, Elizabeth Warren e gli antifa, non aveva nulla a che fare con me, ma nessuno lo dice mai», ha aggiunto. E su Twitter ha parlato pure della vicenda della sostituzione dell'apertura del New York Times di martedì. «Il primo titolo, Trump esorta all'unità contro il razzismo, era la descrizione corretta, ma è stato subito cambiato dopo che i democratici radicali di sinistra sono impazziti», ha commentato. La versione iniziale è stata infatti considerata troppo morbida nei suoi confronti e ha scatenato le critiche dei dem e molti lettori, tanto che poi è stata sostituita con una più critica: Trump «attacca l'odio ma non le armi». «Fake news, questo è ciò a cui ci troviamo di fronte. Non ho mai visto niente del genere», ha proseguito il presidente, precisando ironicamente che dopo 3 anni ha «quasi avuto un bel titolo dal Times». Intanto, soprattutto tra i democratici, cresce il consenso ad approvare un divieto della vendita ai civili dei fucili d'assalto semiautomatici, utilizzati in tante delle stragi dell'America a mano armata. Tra le altre proposte c'è quella di un rafforzamento dei controlli su chi vuole acquistare armi da fuoco, e il varo delle cosiddette «red flag law», le leggi che permettono di sequestrare pistole e fucili a chi viene ritenuto non idoneo.

Trump, però, ha già frenato sul possibile divieto della vendita ai civili delle armi da guerra: «Convincerò il Congresso a prendere delle misure dopo le sparatorie», ha spiegato, sottolineando che c'è consenso sul rafforzamento dei controlli per chi acquista armi da fuoco, «ma non sul bando».

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