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Trump: "Vedrò Kim in Corea". E Moon vuole dargli il Nobel

Il tycoon pensa al confine demilitarizzato per fare il summit della pace. Sabato il Nord cambia il fuso orario

Trump: "Vedrò Kim in Corea". E Moon vuole dargli il Nobel

Galvanizzato dall'invocazione del Nobel per la pace, il presidente americano Donald Trump rilancia ventilando l'ipotesi che lo storico summit con Kim Jong Un si tenga sul 38mo parallelo. «Per l'incontro prendiamo in considerazione numerosi Paesi, ma non sarebbe la Peace House/Freedom House, al confine fra Nord e Sud Corea, un luogo più rappresentativo, importante e duraturo di un paese terzo? É solo una domanda!», ha scritto il tycoon su Twitter. Dopo il vertice tra il leader nordcoreano e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, l'inquilino della Casa Bianca ha manifestato l'intenzione di incontrare Kim entro tre o quattro settimane, e in occasione della conferenza stampa a Pennsylvania Avenue con l'omologo nigeriano, ha confermato che tra i luoghi rimasti in lizza ci sono Singapore e, a sorpresa, il villaggio di Panmunjom, sul confine demilitarizzato tra le due Coree. Lo stesso dove si è tenuto il vertice tra Kim e Moon. E ha pure ribadito: «Se il summit non sarà un successo, rispettosamente me ne andrò». Durante un comizio in Michigan nel fine settimana, invece, il Commander in Chief ha spiegato ai suoi sostenitori che quello con il leader di Pyongyang «sarà un incontro molto importante, ma vedremo come andrà». Alle sue affermazioni sugli sviluppi dei rapporti con la Corea del Nord, la folla ha iniziato a urlare «Nobel! Nobel!». E non sono stati gli unici, perché su tema è tornato ieri anche Moon Jae-in, convinto che Trump meriterebbe il riconoscimento per gli sforzi di risolvere il problema sul nucleare di Pyongyang. Il leader di Seul ha ricevuto un messaggio di congratulazioni per la svolta nelle relazioni intercoreane da Lee Hee-ho, vedova dell'ex presidente Kim Dae-Jung, insignito del Nobel per la Pace nel 2000 per la «sunshine policy» e il disgelo che portò al primo summit tra Sud e Nord. Lee ha suggerito che Moon dovrebbe ricevere il premio per il suo impegno, ma lui ha risposto: «è Trump che dovrebbe avere il Nobel per la Pace. Noi abbiamo bisogno di prendere solo la pace».

Il presidente sudcoreano è atteso a Washington a metà maggio, subito dopo un incontro trilaterale con il premier giapponese Shinzo Abe e il collega cinese Li Keqiang, il 9 maggio. Mentre Abe - secondo il quotidiano Nikkei - starebbe esplorando la possibilità di vedere Kim per trovare una soluzione al problema dei cittadini del Sol Levante rapiti, insieme al tentativo di Pyongyang di allentare la stretta sulle sanzioni commerciali. Gli alti funzionari americani, comunque, hanno espresso cautela circa il dichiarato impegno del dittatore di chiudere il sito di test nucleari entro maggio, spiegando come lo smantellamento del programma atomico debba essere «irreversibile» e verificabile. Anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha spiegato che durante l'incontro segreto avuto con il giovane leader lo ha avvertito che dovrebbe accettare di intraprendere passi irreversibili sulla chiusura del suo piano nucleare se vi sarà un qualsiasi accordo con gli Stati Uniti. Nel frattempo dalla penisola arrivano nuovi segnali di disgelo. Il ministero della Difesa del Sud ha annunciato che da oggi avvierà operazioni per smantellare gli altoparlanti usati nelle attività di propaganda anti-Nord.

E l'agenzia di stato del Nord, Kcna, ha riferito che a partire dal 5 maggio Pyongyang riporterà le lancette avanti di mezz'ora per allinearsi al fuso orario del Sud, come «primo passo concreto per la riconciliazione nazionale e l'unità».

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