Cronaca nera

Tuffo nel Po per scommessa. Un 18enne muore annegato

Oussama, ospite di una comunità per minori non accompagnati, e la sfida agli amici. Ritrovato ieri

Tuffo nel Po per scommessa. Un 18enne muore annegato

«Volete vedere che attraverso il fiume a nuoto?». Una sfida impossibile, una sciocca scommessa costata la vita a un ragazzo di origini marocchine appena maggiorenne. Una «bravata», come l'hanno chiamata gli inquirenti che l'hanno cercato per 36 ore, una gara assurda contro le acque del Po nel pieno centro di Torino. Oussama Cherkaoui, 18 anni compiuti il primo marzo, ospite di una Onlus sulle colline torinesi, ha voluto a tutti i costi passare da una sponda all'altra sfruttando la «magra» del fiume dovuta alla siccità. È l'una della notte di sabato, vigilia di Pasqua, quando Oussama si spoglia davanti ai suoi amici ai Murazzi, sul lungo Po Diaz all'altezza di ponte Vittorio Emanuele I. Lascia a terra pantaloni, scarpe, giubbotto con i documenti. E si tuffa in un punto in cui, nonostante la siccità, l'acqua è comunque profonda.

Poche bracciate cercando di raggiungere la riva opposta, poi scompare, inghiottito probabilmente da un mulinello. Immediato l'allarme dei due amici, anche loro stranieri ospiti della cooperativa sociale Difesa Fanciulli Onlus, altrettanto immediate partono le ricerche. Nonostante il buio i sommozzatori si tuffano nel Po sperando di trovarlo ancora vivo, magari aggrappato a un ramo. Le indagini sono affidate alla polizia che, la domenica di Pasqua, mette in campo un drone e un elicottero lungo il fiume tra piazza Vittorio Veneto e San Mauro. Ieri mattina il corpo viene individuato, praticamente a pochi metri dal punto in cui Oussama si era tuffato, nell'area della Gran Madre, imbracato e portato a terra dai vigili del fuoco.

Morte per annegamento, il referto del medico legale intervenuto sul posto. Ipotesi che dovrà essere confermata dall'esame autoptico disposto nei prossimi giorni dal magistrato. «Se troveranno acqua nei polmoni avremo la certezza» chiosano gli inquirenti. Un gioco letale, una scommessa con la morte come raccontano gli amici di Oussama ai carabinieri intervenuti nelle ricerche. «Ha detto: state a vedere che passo dall'altra parte?». I due amici non riescono a fermarlo, lo guardano mentre si tuffa e scompare nel buio.

Sconvolti gli operatori della coop di Strada Valpiana 31 che si occupa di adolescenti che vivono situazioni di fragilità, come quella dei migranti minorenni che arrivano in Italia non accompagnati. Con loro, sulla sponda del Po, un funzionario del consolato del Marocco. Decine di curiosi assiepati sugli argini. «Qualcuno scatta selfie con, sullo sfondo, il cadavere di Oussama coperto da un lenzuolo. Pazzesco» commenta, amareggiato, un sommozzatore. Una situazione assurda, tanto che polizia e carabinieri devono fare cordone sul corpo del ragazzo per nasconderlo agli obiettivi mentre gli esperti della scientifica effettuano i rilievi necessari alle indagini.

La Procura dovrà valutare se ci siano, o meno, responsabilità da parte degli educatori che avevano in affidamento il ragazzo.

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