Cronache

Turista inglese muore la salma resta 7 ore a terra Manca un funzionario

L'ufficiale comunale all'anagrafe doveva autorizzare lo spostamento. Ma era irreperibile

Turista inglese muore la salma resta 7 ore a terra Manca un funzionario

Roma Un pomeriggio sotto al sole. È rimasto a terra almeno sette ore Robert Ian Kidd, 61 anni, turista inglese di Leicester, morto sul litorale romano. E tutto per una serie imbarazzante di coincidenze. A cominciare dalla mancanza di una firma del Comune, poi di un nulla osta della Asl di competenza. Di fatto il poveretto, colto da infarto fulminante, rimane coperto da un lenzuolo fino a tarda sera.

L'uomo, in vacanza in Italia con la moglie, viene colto da malore mentre passeggia nel giardini della Landriana, ad Ardea. Sono le 15 passate di venerdì. Bastano pochi minuti e il cuore del poveretto cessa di battere mentre sta visitando la cittadella laziale cara a Giacomo Manzù. Lui si accascia al suolo, la donna urla. Accorre gente, telefonano al 112. In pochi minuti arrivano i carabinieri della stazione locale. Sembra impossibile ma la triste storia si trasforma in un «affare di Stato». Il primo problema da risolvere, constatato il decesso, è dove portare la salma. Viene deciso di trasferire il 61enne nella camera mortuaria del cimitero di via Strampelli. Per motivi tecnici, però, la cosa non è possibile. Meglio l'obitorio interno agli Ospedali Riuniti di Anzio. «Quando si trasporta una salma tra un Comune e un altro - spiegano agli uffici della Rocca - ci vuole un'autorizzazione. Un nulla osta». Chi paga il viaggio? Il sindaco ardeatino, Mario Savarese, è pronto a impegnare la somma prevista. Non se lo fa ripetere due volte: va data tutta l'assistenza possibile alla sfortunata coppia inglese che ha deciso di trascorrere alcuni giorni nella sua città. E firma un provvedimento d'urgenza per impegnare la spesa dal bilancio comunale. Del resto la distanza è breve: 20 chilometri passando per la via litoranea, meno di 18 chilometri facendo un percorso interno. La somma, quindi, è alla portata della casse comunali. Fin qui tutto sembra filare liscio. O quasi.

Manca l'autorizzazione di un responsabile dello Stato Civile. Un funzionario dell'anagrafe che ratifichi, in pratica, quanto stabilito già dal primo cittadino. Passano le ore, l'impiegato non si trova. Irreperibile in ufficio, in casa e persino al cellulare. Il suo nulla osta, del resto, è necessario. Così, nell'era della firma digitale e dell'identità elettronica ci vogliono ancora carta e penna. Il problema viene superato da Savarese. Via libera? No. All'ospedale non concedono l'autorizzazione all'entrata della salma. Si richiede il certificato di morte firmato da un medico necroscopo. Il decesso già constatato dal sanitario del 118 non basta. «Questo perché si tratta di una morte naturale - spiegano i carabinieri intervenuti di supporto, visto che non è stato commesso alcun reato -. Invece, in caso di indagine è lo stesso pm ad autorizzare il trasporto del cadavere. Sembra finita, ma non è così. Il necroscopo in servizio è uno solo per un territorio vastissimo, dai Castelli romani al litorale a sud di Roma, e ci mette ore.

Solo alle 22,30 il furgone della mortuaria parte alla volta di Anzio.

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