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Tutti contro la finanziaria Bersani: copia Berlusconi

Brunetta: Renzi ci ruba le idee. Salvini sul taglio dell'Imu: equipara i castelli ai bilocali Critiche dure anche dalla Camusso

Tutti contro la finanziaria Bersani: copia Berlusconi

Non ci fosse stata la tegola piovuta dall'Afghanistan, con l'esigenza di affiancare gli Usa e prolungare «di almeno un anno» la presenza delle nostre truppe in funzione anti-talebani, la giornata di Matteo Renzi sarebbe stata di quelle che più lo rendono giulivo (Fiorentina a parte). La giornata tipica del Promettitore seriale. Libero da quegli odiosi orpelli scritti che tanto limitano una fantastica espressione della felicità.

Una passerella tra microfoni radio, telecamere, incontri pubblici, a spiegare quel che non c'è ma (forse) sarà, compresa una voglia repressa di fare la voce grossa in Europa. «Il solito grido nel deserto», minimizza il sarcasmo del governatore ligure Toti. Ma il premier vuole giocarsi per intero la partita mediatica su una manovra che reca fortissimi effluvi elettorali. Per di più montando sul cavallo di battaglia del centrodestra. «Le tasse non sono più, come diceva qualcuno, una cosa bellissima. Vanno ridotte. Poi discutiamo delle coperture... Argomento evergreen , da benaltristi : per vent'anni non si abbassavano le tasse e ora c'è chi dice che andava fatto in un altro modo». Il Qualcuno è l'ex segretario pidì Bersani, tra i più agguerriti oppositori delle misure del governo e tra i più onesti nel valutare l'impatto cercato dal successore. «Berlusconi ha detto che Renzi lo copia? È così, c'è poco da dire. Un dato di fatto».

Anche sul resto dei contenuti l'affondo bersaniano rischia di far stonare la grancassa renziana. «Renzi dovrebbe usare argomenti che, almeno, non insultino l'intelligenza degli italiani. Uno che ha tremila euro per fare un acquisto ha sicuramente la carta di credito in tasca. È che non vuole usarla. Altro che semplificazione... Dobbiamo correggerla, questa decisione, perché dà un segnale molto preoccupante, l'evasione nel nostro Paese è un fenomeno colossale: negli Stati Uniti se vai a pagare un albergo in contanti chiamano lo sceriffo». Il rilancio dei consumi, se ci sarà, sarà in nero, è la tesi degli oppositori. L'«ex» bocconiano Fassina ha controllato i numeri e, dice, «indicano che sarà una manovra recessiva». Ma Renzi va avanti per la sua strada, con la solita spavalderia: «Abbiamo il limite al contante più basso d'Europa. I dati dimostrano che non è stato il contante a ridurre l'evasione, ma l'utilizzo dei sistemi informatici».

Anche il taglio indifferenziato dell'Imu continua a suscitare proteste e distinguo. Il forzista Brunetta vuole spiegare all'Europa «di che pasta è Renzi, una iattura per il Paese». Ci ruba le idee, dice, «ma lo fa imbrogliando... Perché una cosa è tagliare l'Ici senza aumentare le tasse, un'altra è tagliare e poi con l'altra mano aumentare le tasse o sulle seconde case o sul resto dei cespiti» (ma Renzi negherà «qualsiasi aumento di altre imposte»). Brunetta avverte, così come la sinistra e il leghista Salvini, che si «equiparano castelli e case di lusso ai bilocali». Mentre i giovani di Confindustria avrebbero di gran lunga preferito «abbassare le tasse a chi produce». Di segno simile, anche se può sembrare opposto, la critica della leader Cgil Camusso: «È una manovra espansiva solo per alcuni, e non per il mondo del lavoro». La Camusso si dichiara «arrabbiata» per la flessibilità delle pensioni non entrata nel ddl Stabilità, e fa le pulci su sanità e tasse. Rilievi che lasciano indifferente il Narciso di Palazzo Chigi. «La Camusso critica? Strano...», ironizza. Prima di tornare a pontificare sulle «università da tirar fuori dalla Pa» e dell'«ultimo miglio... Ora viene il bello».

Roba da tirar fuori l'armamentario degli scongiuri.

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