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Tutti contro Marine, oggi decidono i francesi

I testa a testa nelle regioni condizioneranno anche la corsa all'Eliseo

Tutti contro Marine, oggi decidono i francesi

«Francia, tutto bene?», domanda il settimanale Le Point alla vigilia del voto di oggi, decisivo per eleggere i governatori delle 13 regioni francesi dopo la riforma degli enti locali. Se il Front National ne porterà a casa almeno una, Marine Le Pen sarà proiettata all'Eliseo con chances di vittoria nel 2017. Se funzionerà l'appello dei socialisti ad eleggere i Repubblicani nelle tre regioni in cui in Front National è arrivato primo, sarà trionfo per Nicolas Sarkozy.Defilato, consapevole di una Francia ormai tripartita, Sarko non ha ritirato nessuno dei candidati.

Sul piatto dieci triangolari, due scontri diretti e un quadrangolare. Le Pen ha fatto appello agli astenuti, alla Francia «sfiduciata» e stufa della politica: un voto per «battere la casta» di socialisti e gollisti al governo. Pronta a «rendere impossibile la vita dell'esecutivo in caso di vittoria«, è in corsa per guidare la regione del Nord. Finale di campagna sul tema dell'immigrazione e sulla «giungla» di Calais dove vivono migliaia di migranti. Il Front National è sfavorito, ma è già primo partito di Francia.L'ultimo sondaggio è di venerdì. L'Ifop dà in netto vantaggio i socialisti solo nel Midi-Pyrénées-Languedoc-Roussillon. Sono arrivati primi in Aquitaine Limousin, Poitou-Charentes, in Bretagna e in Corsica e possono vincere in almeno 4 regioni. Il Ps si contende alla pari con i gollisti la Normandia, e sono di poco dietro in Auvergne-Rhône-Alpes.

Durissimo invece lo scontro destra-sinistra per la guida dell'Ile-de-France. Testa a testa al primo turno, Claude Bartolone (PS, presidente dell'Assemblea Nazionale) e Valérie Pécresse (LR) si sono scambiati accuse al limite del ridicolo: la candidata gollista ha accusato Bartolone di comportamenti mafiosi. Lui, di origini italiane, la paragona a una paladina di «Versailles e Neuilly» le zone ricche di Parigi e soprattutto «della razza bianca». Un riferimento costato a Bartolone una denuncia penale dell'avversaria, per «ingiurie aggravate».Non si placa neppure la furia del premier Manuel Valls. Da giorni parla solo della pericolosità del Front National, che ha definito «una truffa», «un partito antisemita e razzista».

A Berlino invitato al congresso dei socialdemocratici tedeschi ieri non l'ha citato direttamente, limitandosi a parlare dell'avanzata del populismo. Martin Schulz, al suo fianco, ha provato a dar fastidio a Bleu Marine ipotizzando che qualcuno abbia votato al suo posto in una seduta dell'Europarlamento. Ha dunque convocato la leader del Front National per chiarire: se non un avviso di garanzia, qualcosa di politicamente simile. Ieri nuove accuse: se vince Le Pen «l'Europa può disintegrarsi», dice il presidente dell'emiciclo Ue.Se il Front National dovesse farcela anche in una sola regione, nota Le Monde, sarebbe la prima volta in Europa che un cartello di estrema destra va al governo senza alleanze con partiti di destra moderata.

Marine attende anche l'esito del voto in Provenza, dove la più votata in assoluto del primo turno, la nipote Marion, spera che i sondaggisti sbaglino e che la diga socialista e gollista ceda nel segreto dell'urna. I socialisti hanno concluso la campagna «in modo vergognoso e violento», dice Le Pen. Ma tutti i candidati, lei compresa, hanno reso le ultime ore un collage di insulti e non di programmi sull'avvenire. Non quello locale. Semmai, quello nazionale dei singoli leader: Valls, Sarkozy, Le Pen.

Twitter @F_D_Remigis

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